Potrebbe apparire un semplice side-project dei King Crimson, ma in realtà la band è una declinazione estremamente personale di esperienze musicali, abilità ed intensità di ciascuno dei suoi componenti. La touch di Markus Reuter è invece il frutto della fusione tra il celebre Chapman Stick, strumento con una estensione sonora di oltre cinque ottave e mezzo suonato attraverso il ricorso alla tecnica percussiva del tapping la cui specialità risiede nel fatto che ciascuna mano ha la possibilità di svariare sulla tastiera in totale autonomia nel quadro di due sezioni distinte di alti e bassi, ed una tradizionale chitarra rendendo altresì possibile suonare basso e accordi allo stesso tempo. La band torna nuovamente al Bravo Caffè di Bologna dopo ben cinque anni di lunga assenza con due show "intimi": uno pomeridiano ed uno serale. Dopo alcuni soundscapes introduttivi, Tony Levin è subito in rampa di lancio; l'approccio allo strumento, la pulizia del tocco, l'uso della mano sinistra che impiega la parte dei bassi nel definire gli accordi, sono sempre ottimi. In "Prog Noir" è vistosa la rodata comunicazione tra i tre, groove ritmico, dialogo continuo, interplay: siamo al cospetto di musicisti che suonano insieme ad altissimi livelli da anni. Devastante in tal senso la proposta di "Larks' tongues in aspic pt.II" con dissonanze selvagge, taglienti e violente che ruotano attorno al nucleo infuocato in 5/8. Tanti i tributi cremisi con "Level Five", complesso gioco di incastri in cui Reuter e Levin si cedono continuamente il passo generando un vortice sonoro greve e flagellato dai colpi in controtempo di Pat Mastelotto. Dedalo sonoro che anticipa l’arrivo del lancinante solo di Reuter che incarna per l'occasione Robert Fripp riproponendo anche il celebre bending di Adrian Belew. Levin e Reuter creano un suono straordinario, l'elasticità dei loro strumenti rende continuamente possibile lo scambio delle parti di chitarra e la gestione delle linee del basso. E poi "Breathless", il lato oscuro e brutale, presente nell'album solista di Robert Fripp del 1979, "Exposure"; il brano viene proposto dai tre nella sua complessità impressionante, con ritmi e accenti che cambiano continuamente e con il fingerpicking di Reuter a fare la parte del gigante fornendo profondità al suono e tenendo la barra dritta tra il 7/4 della sezione centrale e la chitarra che lavora in 9/8. L'impressione sempre divertente ed ingannevole di questa composizione è che appaia un semplice e diretto 4/4, ma nei fatti la sezione ritmica elabora un ciclo ripetuto di tre misure: 5/8, 6/8 e 7/8, per conseguenza, le due sezioni sono in battere ogni due misure per la chitarra e ogni tre misure per la parte ritmica. Proprio sulla complessità ritmica della musica scherza Mastelotto invitando il pubblico ad applaudire correttamente e rigorosamente a tempo ed esponendo una breve lezione introduttiva di clapping con l'ausilio del crash per "Mantra" che presenta misure di tre e due in costante cambiamento. Ancora "Red" con Reuter e Levin che si scambiano continuamente i ruoli, solista e ritmico e l'austriaco davvero concentratissimo e capace nel riempire i suoni che furono di Belew e Fripp all'elettrica. Dissonanze polifoniche e poliritmi selvaggi e poi i labirintici tempi composti di "Schattenhaf" con una straniante sequenza 7/8, 9/8 e ancora 12/8. Il concerto si rivela, in definitiva, un brodo primordiale in grado di originare ad ogni live una nuova forma di vita musicale all'interno della quale le composizioni sono sempre vive, in grado di evolvere e sorprendere. Prossime tappe: Cosenza, Bari e Roma. Photo Courtesy: Mattia Mellacca
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Tony Levin: Chapman Stick Pat Mastelotto: Percussioni Markus Reuter: Touch Guitars® U8
Data: 12/11/2023 Luogo: Bologna - Bravo Caffè Genere: Experimental
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