Servizio fotografico a cura di Danilo Giovannangeli
Sembra che Elio e le Storie Tese siano stufi di proporre sempre i soliti pezzi e vadano alla ricerca dei capitoli meno noti al grande pubblico. Questo è forse l'obiettivo sotteso dell'Enlarge Your Penis tour. La scelta è ardita, ma è davvero utile a saggiare la qualità sfavillante della band.
Forse, come capita a tutte le migliori formazioni, avranno smarrito nell'ultima produzione una piccola parte del loro bagaglio creativo. Tuttavia è davvero sorprendente lo scrupolo e l'attenzione riversate nel proprio mestiere e, di conseguenza, l'enorme cura per le aspettative del pubblico.
Ancor più formidabile se si riflette sul fatto che il percorso evolutivo del gruppo ha avuto origine nel lontano 1980 e che lo zoccolo duro dei componenti (Elio, Rocco Tanica, Faso, Cesareo e Meyer) lavora insieme dal 1988.
Così, si oscilla virtuosamente dalla fusion al prog, dal funk alla disco, riesumando pezzi enormi degli esordi e mostrando una tecnica stupefacente, padroneggiata divertendosi, senza sfrontata ostentazione.
Le quasi due ore di concerto volano via ad una velocità sorprendente, tra contrappunti percussionistici giocati su tempi dispari e cambi di tonalità, un Mangoni che dà il meglio di sé con performance al limite dell’umano e della sanità mentale, Elio che rifulge nella veste di frontman (questa volta cimentandosi anche alla chitarra ritmica), pregevoli brani del passato ("La vendetta del Fantasma formaggino, Cartoni animati giapponesi, Nudo e senza cacchio, Pippero, Cateto"), meno datati ("Tapparella, Shpalman, Discomusic, Parco Sempione") e brani del prossimo(?) album, quali “Enlarge your penis”, che fornisce il nome al tour, salace nei confronti del ruolo dei fruitori del web e “Come gli Area”, sorta di tributo alla stupenda band italiana che li ha vistosamente influenzati e già omaggiata nella bella cover di "Hommage à Violette Nozières" in Tutti gli uomini del deficiente (1999).
Spazio anche ad un interminabile applauso rivolto dal pubblico a Lucio Dalla, l'occasione è l'esecuzione di "Psichedelia" (la voce di Dio nel pezzo del 1999 è proprio la sua).
"Cartoni animati giapponesi" è il piacevole affresco zappiano (occhio al 7/4 del secondo ritornello), in cui l'accompagnamento quasi sacrale delle Mystere des Voix Bulgares (rimpiazzate da Paola Folli) fa da irresistibile contrappunto alla sequenza di annunci da osteria declamati da Elio.
Travolgente anche il superbo andante prog oriented di "Plafone", con una Paola Folli in splendida forma vocale, impegnata nella esecuzione di un brano davvero impegnativo e l’inossidabile "Born To Be Abramo", sorta di crinale della serata, secondo consuetudine infarcita di nutriti sing-a-long ed esaltazioni del pubblico.
"La vendetta del Fantasma Formaggino" è un nuovo tour de force progressivo, la cui vicenda si dipana in 12/8 tra rivisitazioni di barzellette infantili, citazioni che attingono a Jesus Christ Superstar ed echi di Gianni Morandi, fino alla chiusura da tragedia greca con la Folli deus ex machina a rimpiazzare Diego Abatantuono.
L'impressione finale è quella di uno show dove tutto è al suo posto, le svisate e gli sfoghi strumentali non travalicano ed il complesso è sempre preferito ai componenti. Una sola parola: bravissimi.
Elio: Voce, flauto e chitarra
Rocco Tanica, Jantoman: Tastiere
Cesareo: Chitarra
Christian Meyer: Batteria
Faso: Basso
Paola Folli: Voce
Data: 02/03/2012
Luogo: Bologna - Teatro Europa Auditorium
Genere: Rock