Da tempo non si faceva largo nel panorama musicale italiano un gruppo come Il Teatro degli Orrori, un gruppo senza peli sulla lingua e con una tremenda voglia di sputare in faccia al mondo.
Infatti l'esordio, Dell'Impero Delle Tenebre costituisce una sorta di grido strozzato in grado di preannunciare l'apocalisse che inconsapevolmente ci governa. La società è in avanzato stato di putrefazione, tutto è sotto gli occhi di tutti ma nessuno muove un dito e lo squilibrio si fa largo ad ampie falcate. La struttura musicale attinge a piene mani nella scena alternativa degli anni novanta con echi di Neurosis, Melvins, Jesus Lizard, Scratch Acid. I suoni delle chitarre scivolano via dalla mota, il percorso ritmico è intenso ed accelerato ma capace di fornire linfa e leggerezza inaspettate al tessuto sonoro. Ciò che rifulge tuttavia in Dell'Impero Delle Tenebre è l'acume delle liriche, saccenti e insinuanti quanto basta, ed interpretate eccellentemente dall'ex One Dimensional Man, Pierpaolo Capovilla che è stato accompagnato in questo nuovo progetto da Giulio Ragno Favero e Francesco Valente nonchè dal vero protagonista dell'opus: Gionata Mirai (già nei Super Elastic Bubble Plastic) che appare sempre in precario equilibrio tra vena dissacrante e intento rivelatore. L'incipit è distruttivo con Vita Mia, Dio Mio, E Lei Venne, un trittico che rappresenta un vero assalto sonoro. Nemmeno il tempo di rifiatare ed ecco Compagna Teresa con una sezione terminale che sbriciola ogni rimanente tentativo di opposizione. Dell'Impero Delle Tenebre si articola in questa maniera tra un riff tagliente ed una fase di quiescenza, quella che nel finale fa capolino con la commovente e struggente Lezione Di Musica e con il tracciato elettrico suggerito da La Canzone Di Tom nella quale balenano anche alcune suggestioni post-psichedeliche. Dicevamo dei testi: temi reali, temi sociali, la memoria di un ideale difeso con le unghie e con i denti (oltre che con il proprio sangue), si faccia riferimento alla memoria della eroica staffetta partigiana di Compagna Teresa oppure alla figurazione di una perdita assoluta del senso del reale in Carrarmatorock: 'c’è la guerra ma è tutto ok'. Capovilla e soci sono sempre lucidi e disperati anche quando denunciano la perdita della memoria del Ventesimo Secolo da parte di una mediocrità imperante (Stratos in Maledetti! denunciava quella del Quindicesimo...) ne L'Impero delle Tenebre. Chiusa affidata all'abbagliante splendore dell'apocrifa Maria Maddalena, densa e ombrosa ballad tra il rock ed il blues venata da soluzioni progressive. Mirabile l'arrangiamento degli archi, summa compendiaria delle penombre, delle oscurità e delle sofferenze celate nel dramma cantato dell'intero lavoro. 85/100
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Pierpaolo Capovilla: Voce Anno: 2007 |