Bologna, 01 Marzo 2018 - Bravo Caffè
Ph: Gian Luca Gollini Stick Men ebbe origine come progetto solista di Tony Levin, ai tempi impegnato nello sviluppo e nella sperimentazione del Chapman Stick, salvo poi costituirsi in formazione stabile con Pat Mastelotto alla batteria e Markus Reuter alla Touch Guitar dopo la defezione di Michael Bernier. Tony e Pat sono attualmente impegnati in un lungo tour con i King Crimson che in estate toccherà nuovamente anche l'Italia. Dopo alcuni soundscapes introduttivi di Reuter, in "Hide the trees", Levin è subito all'altezza; l'approccio allo strumento, la pulizia del tocco, l'uso della mano sinistra che impiega la parte dei bassi nel definire gli accordi, sono sempre ottimi. Tanti echi cremisi con "Level Five", complesso gioco di incastri in cui Reuter e Levin si cedono continuamente il passo generando un vortice sonoro greve e flagellato dai colpi in controtempo di Mastelotto. Dedalo sonoro che anticipa l’arrivo del lancinante solo di Reuter che fa il Fripp riproponendo anche il celebre bending di Belew. Ancora Crimson periodo Beat con "Sartori in Tangier"; gestione maestrale dell'elettronica da parte di Mastelotto e pregevoli escursioni nei soundscapes di Reuter, poi l'acclamata ed indimenticabile "Red". Reuter e Levin si scambiano continuamente i ruoli, solista e ritmico, con l'austriaco davvero concentratissimo e bravo nel riempire i suoni che furono di Belew e Fripp all'elettrica. Breve digressione per proporre il singolo (nonchè title track) del recente lavoro del 2016, "Prog Noir", vistosa la rodata comunicazione tra i tre, groove ritmico, dialogo continuo, siamo al cospetto di musicisti che suonano ad altissimi livelli e da anni insieme. Devastante la proposta di "Larks' tongues in aspic pt.II" con dissonanze selvagge, taglienti e violente. Sul palco i tre si trovano a meraviglia, alternano momenti roventi, altri più sperimentali e di atmosfera. L'uppercut più straniante, tuttavia, i tre lo assestano in chiusura, proponendo una improvvisazione da "Open (pt.III)", ritmi e accenti mutano continuamente con Reuter a fare la parte del gigante nel fornire profondità al suono. Dopo lo spettacolo, il trio di musicisti si è intrattenuto cortesemente con il pubblico fino a tardi snocciolando aneddoti e firmando dischi: il giusto premio per gli eroi che avevano sfidato il gelo di una Bologna innevata.
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Tony Levin: Chapman Stick Pat Mastelotto: Batteria Markus Reuter: Touch Guitars® U8 Data: 01/03/2018
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