Milano, 30 Marzo 2016 - Alcatraz
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“Il Teatro Degli Orrori” arriva all’Alcatraz di Milano con un pesante bagaglio di musica, rabbia e tanta adrenalina. Reduce da un primo tour iniziato il 2 ottobre 2015 e terminato a dicembre, il gruppo è ripartito il 2 febbraio alla volta di numerose località italiane per promuovere l’omonimo album che, uscito sei mesi or sono, fa ancora tanto rumore. Vista la data infrasettimanale, gli spettatori non sono ancora molti quando salgono sul palco i “Love In Elevator”: trio italiano formato da Anna Carazzai (voce, chitarra, basso), Marta Casarin (basso, chitarra, voce) e Andrea Volpato (batteria). Nati nel 2004, presentano sonorità alternative-rock contaminate da punk e grunge ed hanno supportato, negli anni passati, band quali Verdena, Tre Allegri Ragazzi Morti e i Mudhoney.
Il gruppo, con all’attivo tre album e due EP, mostra sul palco una certa emozione, che svanisce presto lasciando spazio alla musica che contrappone morbide atmosfere a ruvidi e rabbiosi intermezzi sovrastati dalla chitarra e supportati dalla buona base di basso e batteria. La voce di Anna, sinuosa e rabbiosa, sconfina tra inglese ed italiano riscuotendo i meritati applausi di un pubblico sempre più numeroso che apprezza il breve ma intenso show messo su dalla band veneta.
Alle 21.30 il palco è pronto per accogliere “Il Teatro Degli Orrori” che apre il concerto con il toccante intro in cui la musica di Jonny Greenwood (Radiohead) fa da sottofondo a “Le descours sur la dette” di Thomas Sankara. Il buio svanisce e le luci si accendono sulla furia di “Disinteressati e indifferenti”, il primo brano che la band scaglia su una folla ora gremita e affamata del sound potente e roccioso proposto dai sei “attori”. Pierpaolo Capovilla, nell’inconfondibile completo nero, è un agglomerato di emozioni: concentrato, sputa sulla folla l’ironia e la rabbia che contraddistinguono i testi delle canzoni, offrendo sguardi penetranti a pubblico e fotografi. La chitarra di Gionata Mirai, supportata dalla gemella di Marcello Batelli, costruisce un granitico muro sonoro perfettamente innalzato anche grazie all’elegante complicità tra il basso di Giulio Favero e le tastiere di Kole Laca. Un muro così solido da non essere scalfito nemmeno dalle battute pesanti e precise di Franz Valente che si dimena dietro la sua batteria. La scaletta, azzeccata e travolgente, inizia con quattro brani dell’ultimo disco che vengono suonati di getto e senza alcuna pausa. Pausa che arriva nel momento in cui partono le note di “É colpa mia”, brano che tocca il cuore dei fans più datati, mentre Capovilla, come di consueto, alza il microfono al cielo.
L’Alcatraz è un locale ben rodato per i concerti e l’acustica non è affatto male anche per chi, come il sottoscritto, segue lo spettacolo dalle prime file. Giusto il tempo di riprendere fiato ed ecco che la band propone un trittico di brani tratto sempre dal disco “Il Teatro Degli Orrori” in cui il ritmo irrefrenabile di “Lavorare Stanca” scorre attraverso il “Lungo Sonno” sino ad insidiarsi nel caos delle vie di “Genova” ai tempi del G8 del 2001 per non dimenticare ciò che accadde. Tra una sigaretta e l’altra, Pierpaolo Capovilla e compagni, a questo punto, propongono canzoni del vecchio repertorio tratte dai primi album a cui il pubblico risponde rapito dall’intensità carismatica che trasmettono i sei musicisti. “Teresa” è l’ultimo brano che, al termine, lascia al buio il locale. Senza troppi indugi la band ritorna sul palco ed imbraccia nuovamente gli strumenti per suonare altri tre pezzi che raggiungono l’apice di intensità emotiva. “Slint”, spiega Pierpaolo, è una canzone che si ispira all’omonimo gruppo che, nel 1991, pubblicò un bellissimo album intitolato “Spiderland”; in gergo significa “raggio di luce”, quella luce che “Il Teatro Degli Orrori” punta sull’abolizione della contenzione meccanica promossa dal Forum Salute Mentale.
“Vivere e morire a Treviso” è il brano malinconico a cui è affidato il compito di chiudere uno show straordinario che ha fatto palpitare il cuore dei presenti ed è riuscito ad accarezzare le anime di un pubblico a cui è mancato soltanto lo stage diving di Pierpaolo Capovilla, fermato dalla troppa distanza tra palco e folla.
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Data: 30 Marzo 2016 Luogo: Milano - Alcatraz Genere: Alternative rock, Noise
Il Teatro Degli Orrori
Pierpaolo Capovilla: voce Gionata Mirai: chitarra Giulio Ragno Favero: basso Franz Valente: batteria Marcello Batelli: chitarra Kole Laca: tastiere
Setlist:
01. Disinteressati e indifferenti 02. La paura 03. Cazzotti e suppliche 04. Benzodiazepina 05. É colpa mia 06. Lavorare stanca 07. Il lungo sonno 08. Genova 09. Padre Nostro 10. Majakovskij 11. A sangue freddo 12. Scende la notte 13. Non vedo l’ora 14. Teresa
Encore:
15. Maria Maddalena 16. Slint 17. Vivere e morire a Treviso
Love In Elevator
Anna Carazzai: voce, chitarra, basso Marta Casarin: basso, chitarra, voce Andrea Volpato: batteria
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