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Il Teatro Degli Orrori
Il Mondo Nuovo

"Il Teatro" non ha mai nascosto la sua grande ambizione. O almeno, questa tensione emergeva prepotente già dai due album precedenti (Dell'Impero delle Tenebre e A Sangue Freddo), e sembra sublimarsi in questa terza opera. Un concept, un concept sull'immigrazione. Un disco "commerciale" (parole, a quanto pare, di Capovilla).
Probabilmente sì, si tratta di un album commerciale: l'idea stessa di realizzare un concept presuppone unità di intenti, ricerca di un registro emozionale unitario, realizzazione di un "progetto" con i vincoli che una tale azione porta: la ricerca dell'unità e della coesione a scapito di frammenti e prospettive diverse. La stessa tematica poi è certo una di quelle che "fanno colpo": l'immigrazione, presente nelle cronache, nella politica, nella realtà giornaliera; la declinazione di uno degli argomenti cardine del vivere comune dell'ultimo (quantomeno) decennio.

Le parole autoriali di Capovilla nascono edulcorate, semplificate, levigate, incanalate in una comunicazione che lascia spazio alla lucidità, forse a scapito del graffio. Il loro incedere infatti sembra quasi perdere verve se inquadrato in un modello più "corretto".
C'è da dire che nulla è casuale, e anche i laterizi del muro sonoro edificato dalla band seguono il modello: il mood sembra alleviarsi, o forse più che altro il tutto suona più "morbido", forse in quanto più confortevole a un ascolto profano. D'altro canto in questo (lungo) lavoro c'è un po' di tutto. Piacerà sicuramente il singolo "Io Cerco Te", che si avvale di un linguaggio rock molto accessibile e d'impatto. Farà forse gridare al miracolo del crossover la contaminazione con Caparezza in "Cuore D'Oceano". Affascinerà l'incedere alla Jack Torrance di Capovilla in "Adrian" e nelle altre ballate dell'album (ad esempio "Ion" e "Nicolaj", quest'ultima sorretta da un buon contrappunto di archi). Non mancherà di suscitare emozioni la cover-ricostruzione di "Doris". Sarà infine azzeccata la chiusura con "Vivere e Morire a Treviso". Allo stesso tempo, però, l'album fallisce nel suo intento unitario: il caleidoscopio di suoni e ritmi, l'accostamento di "nuove" idee ai vecchi standard del gruppo non sembra convincere. Se svolta c'è stata, la band continua a guardare se stessa nel retrovisore, e alla fine ciò che rimane è una manciata di sane vecchie canzoni alla maniera del "Teatro", fra cui "Non Vedo L'Ora", "Rivendico" e la stessa "Doris".

Esperimento dunque non completamente riuscito, o quantomeno riuscito a metà. Difficilmente potrà soddisfare i fan della prima ora e, seppur proponendosi con una maggiore apertura rispetto agli album precedenti, Il Mondo Nuovo potrebbe finire per disorientare e confondere le orecchie vergini che si avvicineranno. A guardare il bicchiere mezzo pieno, invece, resta l'idea, la proposta, la volontà di aprirsi a qualcosa di nuovo, che in un panorama talvolta piatto come quello attuale merita plauso e incoraggiamento e soprattutto suscita interesse per le prossime mosse della band.

58/100


Pierpaolo Capovilla: Voce
Gionata Mirai: Chitarra
Giulio Ragno Favero: Basso
Francesco Valente: Batteria

Anno: 2012
Label: La Tempesta
Genere: Rock

Tracklist:
01. Rivendico
02. Io cerco te
03. Non vedo l'ora
04. Skopje
05. Gli Stati Uniti d'Africa
06. Cleveland - Baghdad
07. Martino
08. Cuore d'oceano
09. Ion
10. Monica
11. Pablo
12. Nicolaj
13. Dimmi addio
14. Doris
15. Adrian
16. Vivere e morire a Treviso

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