“Those Who Walk In Darkness” è la quarta uscita della band svedese, dopo “Mesfistofeles” datato 1993 e due promo usciti tra il 1997/98.
Si ripresentano a noi dopo alcuni anni di pausa con dei nuovi inserimenti in line-up, ma la sostanza della loro proposta musicale non cambia, un puro concentrato di death/black che prende in prestito qualcosa anche dal primo trash. Insomma in poche parole non presentano elementi innovativi, però risultano incredibilmente piacevoli, non stancano e riescono, nonostante l’essenzialità del prodotto, a prendere l’ascoltatore. Non sempre c’è bisogno di adottare soluzioni innovative, mischiare generi, per arrivare a creare delle belle canzoni che possano piacere anche ai non amanti del genere come me. Tantomeno è sempre necessario sfoderare un tecnica strumentale spinta a livelli inverosimili, perché ci si possa gustare un cd. Qui, invece della complessità globale, ciò che “salta più alle orecchie” è l’estrema musicalità delle canzoni, che risultano ben strutturate, e i riffs che si presentano più che orecchiabili, cosa che non sempre succede in questo genere. Se volessimo dare dei riferimenti più precisi, li si potrebbero accostare a tutte quelle band nate in Svezia nei primi anni novanta, anche se quest’operazione è piuttosto riduttiva. Essendo nati in quegli anni (1992 per la precisone) e avendo visto il movimento nascere e crescere, di certo non hanno potuto prendere riferimenti da nessuno. Una cosa che è possibile sicuramente affermare riguardo alla scena svedese, che il loro modo di suonare così singolare e riconoscibilissimo, è impresso nel loro dna. Infatti, la particolarità del metal scandinavo è che di essere nettamente distinguibile per groove e per sound (ed anche per la scelta dei suoni in fase di registrazione) rispetto a quello proveniente da una qualsiasi altra parte del mondo. I Mastema se la cavano egregiamente nel loro mestiere di musicisti, e sono bravi a portare avanti un genere che è ormai in via di estinzione, e che non viene più molto considerato dal mercato, viste le recenti uscite di band che propongono i mix più disparati si generi. Spero che i nostri escano presto con un full-lenght, perché pur essendo la proposta non originalissima, meritano veramente di essere gustati, e quattro canzoni non sono abbastanza. |
Apollyon: Voce Anno: 2005
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