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Bud Tribe
Roll The Bone

Daniele “Bud” Ancillotti, orfano dei fratelli Cappanera con la quale per tutti gli anni ’80 incendiò i palchi di tutta Europa, decise di fondare nell’estate del 1994 un progetto a suo nome che riprendesse lo spirito metallico della Strana Officina venandolo di Blues e Hard Rock. Inizia qui l’avventura di una band nata per scaldare il cuore di migliaia di fan sparsi per lo stivale e che a distanza di 15 anni, possiamo dire abbia ampiamente raggiunto il proprio obbiettivo: il suo nome è Bud Tribe. Ma in questo lasso di tempo gli avvenimenti da segnalare in seno a questa avventura sono molti, e prima di cominciare ad analizzare Roll The Bone, vanno elencati per dovere di cronaca. Nel 1998 vide la luce il primo album della combriccola dal nome On The Warpath che riscosse buon successo anche di pubblico grazie allo splendido singolo è “Black Widow”; tre anni dopo arriva il brano “In Remerbrance” in onore delle vittime dell’11 settembre, poi la tragedia. Il 20 dicembre del 2002 Marcello Masi, chitarrista storico della Bud Tribe muore e la fine appare scontata.

Niente da fare, “Bud” è uomo che le disgrazie le ha sempre sapute affrontare prendendole di petto, continuando a cantare le proprie canzoni nel pieno rispetto di chi ha viaggiato con lui nel carrozzone Rock, e cosi è andato avanti con i propri amici ripartendo sempre da 0, arrivando la scorsa estate a pubblicare uno split con l' Impero Delle Ombre, donando la qui ripresa “Starrider”. Adesso i quattro rocker fiorentini, coadiuvati anche dall’appoggio professionale dell’etichetta MyGraveyard Productions sono definitivamente tornati per restare e lasciare un marchio indelebile nella musica nostrana più dura e passionale (in pratica come successo due anni fa con The Faith della Strana Officina), confezionando un bellissimo album composto da 8 inediti, una reprise e due cover della Strana: “Non Sei Normale” e “Non Finirà Mai”. Roll The Bone ha il grande pregio di essere il disco perfetto per essere apprezzato da tutti i Defender italici per le splendide e trasversali chitarre di Leo Milani (ex Sabotage), ma anche da un pubblico meno spigoloso, grazie alla grande dose melodica ed anche alle armonie vocali presenti apprezzabili sin dal primo ascolto. Presentato da due incandescenti live al Keller Platz di Prato prima ed al recente festival Play It Loud a Bologna poi, dopo un intro evocativa e dal retrogusto tribale come “Forsaken World” si preme subito sull’ acceleratore con la cupa e monolitica title track dove a vincere su tutto sono gli splendidi cambi di tonalità di “Bud” fino ad arrivare al cupo e martellante ritornello, coadiuvato da una sezione ritmica (Sandro “Bid” Ancelotti al basso, fratello di Daniele e Dario Caroli alla batteria) poderosa e precisa come un orologio svizzero. A Seguire la combattiva e aggressiva “Holy War” e “Mother’s Cry”, aperta da un’ elegante arpeggio di chitarra che farebbe impallidire l’ ultimo Ritchie Blackmore, si trasforma nel suo progredire in un cadenzato Hard Blues molto sanguigno dove sale in cattedra un eccellente lavoro di chitarra in tessitura (peccato che con i suoi quasi 9 minuti sia nel complesso un po’ troppo lunga), per poi sfumare ancora con la sei corde acustica ed un soffice tappeto di tastiere. “Face The Devil” è il nuovo picco, superato però subito dopo dalla mastodontica “Ghost Dance”, 7 minuti dove si materializza alla perfezione tutta la proposta dei Bud Tribe: inizio molto malinconico dove il cantato è supportato da cori per arrivare poi ad un fluido e magistrale ritornello dove emerge una vena malinconica di rara magniloquenza chiosando con un assolo dal grande phatos. Assoluto capolavoro nel repertorio della “tribù”. “Breaking The Spell” è un bel omaggio ai suoni più caldi degli anni ’80, solidissima in fase di songwriting, che conclude anche la fase inedita di Roll The Bone. Arriva come trittico di chiusa infatti, la già citata e pubblicata “Starrider”, una “Non Sei Normale” al fulmicotone, rispolverata per l’occasione con una nuova veste ancora più aggressiva dell’originale e l’emozionante “Non Finirà Mai”, tra i brani più amati della musica Heavy Metal italiana (nonostante veda adesso per la prima volta un’ incisione in studio).

Finito il disco, si rimane meravigliati dalla verve e dalla passionalità di una prestazione pronta ad essere scalfita nella roccia, per un prodotto che va aldilà di qualsiasi regola e moda discografica (peccato che tanti colleghi si siano dimenticati queste cose), nato soltanto per ribadire che la storia passa anche da qui.

86/100


Daniele "Bud" Ancillotti: Voce
Sandro "Bid" Ancillotti: Basso
Dario Caroli: Batteria
Leo "Bomber" Milano: Chitarre

Anno: 2009
Label: MyGraveyard Productions
Genere: Heavy Metal

Tracklist:
01. Forsaken World
02. Roll The Bone
03. Holy War
04. Mother's Cry
05. Gates Of Hades
06. Face The Devil
07. Ghost Dance
08. Breaking The Spell
09. Starrider
10. Non Sei Normale
11. Non Finirà Mai

Sul web:
Bud Tribe
Bud Tribe @MySpace

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