Occhio, questi giovani rockers della provincia di Roma gli Hijack Party, tentano di chiudere il cerchio ed aspirano a sottrarre a tante band della loro regione il primato di essere freschi e aggiornati suonando poi un normalissimo brit-pop, ben fatto, a modo e con la temperatura giusta per piacere di prima botta, e quello che poi è ancor più normale è che ci riescono, senza scorciatoie né vizi di forma, ci riescono anche con lo sguardo e la lucidità dei veri professionisti.
Con l’album omonimo, il quartetto trasporta in questo momento di calo sonico una ventata insolita quanto stimata, un qualcosa che lascia intravedere e sentire una certa estetica ora fragile talvolta brumosa, ma che comunque illuminata da bei guizzi e altrettanti hook british che riempiono di gusto e personalità da vendere una tracklist dolciastra, ottima; undici takes che respirano aria dalla gioielleria di certi Stereophonics meticciati, percorsi sonori che poi in fondo sono una miscellanea di torpori e tenerezze, tutte certificazioni che la band evidenzia ad ogni latitudine del disco anche attraverso il cantato di una forma straordinaria, roco, vissuto, che in ballate come “Soul searching”, “Freefall”, “Somewhere nice” fa da collante con un ascolto rapito ed immaginario mentre per la parte “vivace” si possono eleggere a bandiera l’ariosa “ Ashes”, il funk-jazzato che batte il tempo in “Love infection”, l’impatto di “I’m not moving” e “I don’t have an answer” che salutano le visioni appannate di un Jarvis Cocker scalmanato.
Fare buona musica e confezionare emozioni non sono cose che fanno parte dei desideri impossibili, sognare di essere già grandi non fa peccato e suonare bene non è una colpa per chissà che cavolo di cosa da scontare, è una forma naturale incline alla bellezza che non tutti hanno o possono avere; loro, gli Hijack Party non fanno parte di quel rifugium peccatorium, loro sono il peccato sonico cui tutti vorrebbero legarsi all’infinito.
Disco da dieci e lode!
75/100
Stef Reali: Voce e chitarra
Vincenzo Stefanini: Batteria
Damiano Caporalini: Chitarra e voce
Patrizio Placidi: Basso
Anno: 2012
Label: Autoprodotto
Genere: Brit Pop
Tracklist:
01. Stardust
02. Ashes
03. I haven’t said anything
04. Soul searching
05. Love infection
06. Freefall
07. Somewhere nice
08. I’m not moving
09. I don’t have an answer
10. Insideout
11. Heavy shower