Probabile che di questo disco se ne parlerà soprattutto per la presenza di una forte ambizione di azzeccare il disincanto divertito di platee d’ascolto oltre la planimetria della provincia, un disco che contiene una manciata di canzoni dove non si avverte un suono o un timbro – ovviamente con la scardinata giusta e ottima di una storta performance - fuori posto, niente che possa far notare che quell’allucinazione è inferiore all’altra o la data battuta più pesante di quell’altra, un sei piste che celebra una travolgente voglia di esserci e che la vince sulla cortissima distanza di un solo ascolto. Loro sono gli Hot Fetish Divas, terzetto di Eboli e Songs for a trip è il loro Ep ufficiale, un disco che non ha pretese di costruire estetiche nuove o quantomeno nuove direttrici soniche, ma comunque aperto e attento ad un rock sdoppiato e con tossine alcaloidi ben salde, fughe folkly “Help me” e deformazioni cool “It would have been” che ne fanno un disco indie a tutti gli effetti; sia giocando a trovare la psichedelica perfetta o la citazione preziosa per far rimanere le melodie a lungo, la band recupera un afflato garage 90’s smussato dai taglieggiamenti ematici di tanti Dei rappresentanti, lo contamina con leggere grammature Brit fino a tirarne fuori un interessante mescolio “free balance”, uno sgranato elettrificato che scorre sullo stereo con fare tarantolato e stordente. Lasciarsi trasportare liberamente dal sound degli HFD, è come lasciarsi andare su cavalloni di mareggiate piriche, una sensazione di acceleratori a manetta panacee per poghi avventurosi, un ascolto febbricitante e teso che sfocia nelle intemperanze fuzzate di “Take me out”, attraverso il surfing college che fa ping pong dentro “I could be” e “Song of rivolution”, mentre un significativo e raffreddante beat sixsteen che porta il nome di “Nobody else” accende le luci strobo per un sano e caffeinico shake corale. Non c’è dubbio, appena si ascoltano queste tracce la forte opinione di essere al cospetto di una delle macchine underground più fuori quadra che si possano trovare è fortissima, un suono totale ed una vocalità trasversale che concilia talento e artigianato mai banale, sempre sul chi va la. “Qualcuno” si fermò a Eboli, ma il suono degli Hot Fetish Divas fara tutt’altro! 75/100
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Donato Ciao: Voce e chitarra Anno: 2012 |