Eroironico è l’esordio scanzonato per i biellesi Pagliaccio, formazione che sa trasmettere senza convenevoli o accordi svalvolati vizi e virtù di una urbanità di provincia, quella chiacchiera da dietro l’angolo che parla/sparla di tutto, dalle sfighe intramontabili di uomini nel non rapporto con l’amore di turno, le burle da bar dello sport, le bugie e le verità da piazza che in ogni dove colorano la stanca quotidianità in cui bisogna sopravvivere.
Un cantautorato rockenrollato con inserti folk, pop, funkadeliche storte “Fannullone”, che sa svincolarsi dalla routine d’ascolto, una tracklist snodata e smilza che gira sullo stereo come una boccata d’aria fresca ad agosto inoltrato, ma anche una sbilenca lettura della noia della comunicazione standard che tante formazioni dell’underground odierno non riescono a togliere di dosso, un disco che senza scomodare miracolistiche di sorta, si fa ascoltare – magari come sottofondo piacevole tra un da fare e l’altro – piacevolmente e con un predisposto senso alla leggerezza intelligente; orecchiabile e ricantabile al cubo, Eroironico è l’album che maneggia con “ironia” sapori alla Bugo, Musky e tutti quegli umori agrodolci innamorati che nelle retroterre culturali fanno “personaggio” e “scena dell’informazione altra”, un genere intramontabile che fa sempre e comunque “festa” ad ogni giro.
Lo zampettare felice di “Federico”, lo ska balneare che si agita in “Crociera”, il profumo sausalito che gironzola nella verve di “Cristo Colombo” o il beat che fa shake dentro “Peperoni”, sono i sintomi di una manipolazione felice e continuativa di una band che dell’originalità assassina ne ricama il proprio manifesto. 60/100
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Alessandro Chiorino: Polistrumentista Anno: 2012 |