Questo lavoro, composto da 11 tracce tutte originali, esce esattamente 36 mesi dopo il deludentissimo Ur Jordens Djup, con la quale i Finntroll accantonarono la loro classica formula Folk/Black per sperimentare soluzioni più thrasheggiante, deludendo però. Qindi Nifelvind è un doveroso passo indietro, un disco che corregge il tiro e che farà la felicità di tutti i fan della prima ora dei 6 vichinghi del Metal. Non c'è da stupirsi se approcciando per la prima volta alla loro musica resterete spiazzati: qui si usano strumenti tradizionali della musica finlandese come come il kantele, che viene alternato al banjo oppure a chitarre in legno bulgare, che servono a spezzare il ritmo sbronzo dei pezzi ed a conferire un'atmosfera di festa pagana alle schitarrate elettriche furiose della band. Per certi versi, qui i Fintroll sembrano aprire per la prima volta il proprio ventaglio in maniera completa, proponendo una raccolta di brani sempre varia e colorata, partendo dalla battagliera "Solsagan", la canzone indubbiamente più spigolosa della raccolta, oppure alla successiva e trascinante "Den Frusna Munnen"; ma la fusione perfetta del Finntroll sound avviene in episodi come "Ett Norrskensdåd" (una specie di nuova "Trollhammeren") e "Tiden Utan Tid", con voci oltretombali che delineano una vocal line che introduce poi il growl marcio e ignorante di Mathias "Vreth" Lillmåns, decisamente più ispirato rispetto al suo esordio. Carica di un Folk spumeggiante e ispirato è "Galgasång", che pare essere un'introduzione alla primavera, mentre la chiusura affidata ai 7 minuti di "Dråp" sono li a ricordarci però, che l'inferno è sempre dietro l'angolo, e in tal caso, i Finntroll si candidano per la perfetta colonna sonora della discesa agli inferi. In sostanza, Nifelvind è considerabile l'album della piena maturità del sestetto finlandese, alternando momenti di grande vivacità e solarità ad altri più cupi e "luciferini", ma che denotano in realtà un songwriting tornato ad essere robusto e concreto (qui ci sono alcuni dei migliori pezzi mai scritti dai Finntroll) che ci restituisce al massimo splendore una delle formazioni più originali e ironiche della scena scandinava. 82/100
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Mathias "Vreth" Lillmåns: Voce Anno: 2010 |