Castel S.Pietro Terme, 01 Settembre 2014 - Emilia Romagna Festival - Cassero
L’ottimo cartellone dell’Emilia Romagna Festival di questo 2014 culmina nell’evento più atteso. Una delizia musicale offerta presso il Cassero di Castel S.Pietro che, date le avverse condizioni meteo, ha soppiantato l’auspicata cornice all’aperto del Teatro Arena. Location ovviamente gremita, data anche l’esiguità dei posti a sedere (meno di duecento) ed i prezzi popolari dei biglietti. I Solisti di Mosca e il loro direttore artistico Yuri Bashmet hanno un gran numero di seguaci, cosa che non sorprende considerando la loro lunga e prestigiosa storia, che comprende persino un popolarissimo premio Grammy 2008. A titolo di cortesia per i propri ospiti, l'orchestra ha iniziato il sostanzioso programma con due brevi pezzi di Benjamin Britten. I due ritratti sono stati composti dal compositore ancora sedicenne, poco prima della sua ammissione al Royal College of Music di Londra; le composizioni sono concepite in una chiave quasi pittorica: Kandinsky ne avrebbe elaborato schizzi in grado di rappresentare l’amico David Layton, nel primo movimento, e se medesimo nel secondo. La prima parte è più melodiosa e gentile, mentre la seconda appare decisamente più meditativa e frammentaria. E proprio il momento solista ritagliato nell’autoritratto (la viola era lo strumento di Britten) sorprende fornendo a Bashmet la prima possibilità di esporre il suo raffinato talento per lo strumento e la ricerca di un suono caldo nei registri del “piano” sulla tastiera, che rivelano una delle più grandi prerogative del solista: una approfondita conoscenza dei segreti dell’arco e della sua tecnica, grazie alle quali ottenere innumerevoli sfumature dinamiche, timbriche e di carattere. Tutto il programma ha rivelato una perfezione maniacale e solidità delle sezioni così come l’equilibrio inappuntabile ed una sezione delle viole con un suono convinto e presente, precisione nei passaggi e nessuna sbavatura nell’intonazione. Mirabile il dialogo accuratissimo delle prime parti nei soli previsti in alcuni dei brani. La direzione di Bashmet è sempre fluida e rivela una profonda conoscenza di tutti gli strumenti ad arco; gli attacchi, dati talvolta con piccoli cenni delle falangi o del capo, in altri casi con gesti più ampi a modulare le dinamiche di questa o quella sezione, risultano sempre perfettamente in linea con il respiro dell’arco e donano allo spettatore la piena godibilità dell’ascolto. Qualche perplessità, pur nella perfezione tecnica della Sinfonia Concertante di Mozart, ha destato la scelta di un suono troppo ”romantico” e con un vibrato troppo intenso, più adeguato agli altri brani in programma. Bello il marcato contrasto tra l’andante gravido di patos e il contraltare del presto che sfocia in una partitura dalla luminosa leggerezza. Lara Trotovsek si è distinta per il suono cristallino e la precisione dei passaggi più ardui, anche se è sembrata curiosa la mancanza di uniformità nelle arcate dei due solisti in alcuni fraseggi. Piacevole anche l’immersione nelle sinuose atmosfere orientali durante l’esecuzione delle brevi e meno note composizioni di Tan Dun e del Walzer estrapolato dalla colonna sonora del film “Tanin no kao” di Toru Takemitsu. Finale con una spumeggiante Schnittke Polka e una serie di variazioni scritte da Heidrich sul tema Buon Compleanno, giocate dapprima sullo stile tipico di alcuni compositori e poi in un rapido alternarsi di generi differenti quali valzer, tango, ragtime e Czardas. Una degna conclusione per una serata splendida con un’orchestra di valore, un direttore di particolare sensibilità ed un programma generoso e ricco di fascino premiati da un caldo ed interminabile applauso del pubblico.
|
Yuri Bashmet: viola solista e direttore
|