Bologna, 19 Ottobre 2021 - Teatro Comunale Il barbiere di Siviglia si regge su un equilibrio sottile: opera buffa e dramma borghese, un caleidoscopio che va trattato con accortezza tra rigore e bagatelle. Così il primo atto è incentrato sulla figura di Rosina che tenta di impadronirsi della sua esistenza in un universo composto da maschere. Il secondo atto è invece incardinato attorno alla tracotante e debordante figura di Don Bartolo e alla sua ansia ossessiva di controllo svilita dallo sprezzante sberleffo conclusivo di Figaro: “Ecco che fa un’inutil precauzione”. Un’opera non semplice dove, ai ruoli dei buffi travestiti da bassi cantanti di Don Bartolo e Don Basilio, si aggiungono i cuori tormentati, Rosina ed il Conte, ed il factotum, maldestro mediatore ed incessante sensale, Figaro, probabilmente il personaggio più celebre nella storia dell'opera. La società raffigurata da Rossini è un luogo in cui aristocratici altezzosi, adulatori professionisti e persino servitori sono talmente diffidenti l'uno dell'altro da favorire la proliferazione di intermediari untuosi che spiano, tramano e trasmettono messaggi in codice. L’enorme palla d’acciaio che comparirà nei due finali è un elemento di rottura che fa breccia nel reale: nel primo per far “rimbombare muri e volte con barbara armonia”; nel secondo per sancire festosamente la vittoria dell’amore come forza irrazionale sul mondo esasperatamente ordinato e dispotico del soffocante Bartolo. Roberto De Candia è un Figaro consumato e sicuro di sé, teatrale, ma non manierato, per nulla debordante nella sua cavatina e molto in parte. Marco Filippo Romano è un ottimo e divertente Don Bartolo e nella rapidissima sillabazione della Calunnia non cede mai alle sirene del grottesco. Paola Leguizamón, mezzosoprano, è una Rosina dalla buona ricchezza timbrica, ma con del potenziale che appare non totalmente espresso. Il conte Almaviva, cliente di Figaro in questa romantica impresa, è impersonato da César Cortés. La sua prima cavatina “Se il mio nome” non è impeccabile, ma cresce di livello nello svolgimento e anche nel temibile rondò finale, “Cessa di più resistere”, fornisce una buona prova mantenendo come attore eleganza adeguata alla posizione nella società dell’epoca anche attraverso i suoi travestimenti comici. Andrea Concetti apporta una malizia comica piuttosto elegante nel ruolo dell’eccentrico Don Basilio, insegnante di musica di Rosina, sempre calibrato e ricco di colore. Pier Giorgio Morandi guida l’orchestra del Comunale in una concertazione tutto sommato ordinaria e con qualche sfasatura tra buca e palcoscenico e nell’accompagnamento dei recitativi. Buona infine la prova del coro guidato da Gea Garatti Ansini.
Il Conte d'Almaviva: César Cortés Bartolo: Marco Filippo Romano Rosina: Paola Leguizamón Figaro: Roberto De Candia Basilio: Andrea Concetti Berta: Laura Cherici Fiorello: Nicolò Ceriani Ambrogio: Paolo Faroni Un ufficiale: Gianluca Monti
Direttore: Pier Giorgio Morandi Regia: Federico Grazzini Scene: Manuela Gasperoni Costumi: Stefania Scaraggi Luci: Daniele Naldi Maestro del Coro: Gea Garatti Ansini
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
|
Data: 19/10/2021
|