E’ rinato un nuovo Giovanni Allevi, le ombre che si erano accatastate dentro e dintorno il suo modo di classicheggiare la musica si sono diradate, anche se permane quel senso di isolamento che la maggior parte dell’ecclesiastica laica della “musica colta” ancora se ne sta lì a puntare il dito scandalizzato verso questo grande performer che ha portato la musica classica alla gente comune, agli orecchi della massa. Sunrise sono settanta minuti d’arte, un luogo straordinario che suona e vola, interloquisce e sogna, forse anche una presenza magica che tira avanti una positività eccezionale, e lo si sente dalla forte personalità degli schemi proposti, dai serbatoi emozionali che Allevi impegna e dedica – tra meraviglie e paradossi – dentro una contemporaneità che si guarda alle spalle per poi coinvolgere l’attenzione nel futuro; dicevamo settanta minuti divisi in due partiture, la prima in cui Allevi chiama per nome l’alba al centro de “Fantasia per pianoforte” in cui dialoga oltre che con il pianoforte anche con gli altri strumenti, mentre la seconda “Concerto per violino e orchestra in fa minore” favorisce uno stupendo tète a tète che dirige l’orchestra per violino con il giovane esordiente polacco Mariusz Patyra, vincitore del Premio Paganini. Un disco dove si sviscerano intimità e lessici spirituali di calibro, l’inconscio umano, il tormento e la tristezza, l’equilibrio e la vitalità, una lezione di rinascita dal buio momentaneo ma che comunque conserva quel “fuori schema” che tanto ci fa amare questo artista marchigiano e che ce lo fa apprezzare come uno dei pilastri del new thing italiano. L’immensa aria tersa che ispira la titletrack, il cambiamento, la trasposizione e la libertà infinita dell’africanità che regge “Mandela”, il cammino quotidiano dell’uomo per l’uomo “Symphony of life”, la passione becchettata su archetto “Elevazione” o il volo Lindberghiano che fugge, fa radenti, s’impenna e rifugge ancora “Heart of snow”, fanno intendere che la natura di Allevi a disegnarsi il proprio cielo è intatta e le osservazioni mai individuali del suo pensiero cristallizzate in una opera senza prezzo; nuovi detrattori si faranno avanti a blaterare sentenze, ma anche nuovi “aviatori immaginari” sono pronti a sondare cirri e nuvole smaliziate di questo ennesimo capolavoro fuori rotta. 80/100
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Giovanni Allevi: Pianoforte Anno: 2012 Tracklist: |