I riferimenti allo stoner rock svenato nell’hard rock rappresentano solo il primo registro di ascolto dei milanesi Bones & Confort, che con Mothersheep approdano al primo traguardo discografico, febbricitante trio che nell’affollata jungla di settore riesce comunque a liberarsi abbondantemente dalle pastoie del “già sentito”, di quel primo acchito che da subito voglia di gettare il disco alle ortiche dell’indifferenza e ciò può fare già differenza. Gli anni Settanta del rock svalvolato sono tutti qui dentro: riffs, machismo, Harley Davidson impolverate, amplificatori Marshall abbrustoliti, pupe succinte e visioni desertiche si mettono in mostra in una tracklist di rispetto, quarantasei minuti di sangue distorto che schizza, irrompe e delizia orecchie di centinaia e centinaia di fan rimasti ancorati nell’epopea delle grandi formazioni hard-rock; con i (tra tanti altri) Grand Funk Railroad “Inhale”, Clutch, Ozzy & C. arrivando addirittura ai quasi contemporanei AINC “My crusade”, la triade non si risparmia per quanto riguarda ricordi che raggruppano emozione/devozione, per quell’ottimo ricamo di chitarre che tra wha wha e pedaliere violentate danno lacrime e singulti, tornano a fare rodeo tra armonie amplificate e dissacrazioni da dieci e lode. Dieci tracce che si alternano in momenti esplosivi e altrettanti delicati, un insieme di pads dai molteplici frangenti, ben distribuiti lungo traiettorie sonore d’impatto e di vertigine che hanno sempre il comune denominatore della tensione, quell’aura maledettamente bluesy di cinquantanove secondi “Unbalanced”, “messianica “Take some pills”, d’assalto Purpleiano “We choose who will stand”, “Road pizza” fino a raggiungere lande sconfinate e psych-stoner che in “Orange blossom and four swans” tendono agguati ed imboscate elettriche da paura; un disco che ti schiaffa ondate di vento in faccia, quell’odore/profumo/miasmo d’America dei grandi spazi che urla libertà, identificazione e carburatori bruciati da tutti i pori. Da questa prova i Bones & Comfort ne escono fuori da registi, già candidati ad essere al centro della grande considerazione di massa per la loro straordinaria personalità e per quella laida e sporca attitudine di innescare ettolitri d’adrenalina per una deflagrazione incredibilmente talentuosa. 80/100
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Daniele Murroni: Voce e chitarra Anno: 2012 Tracklist: |