Infatti Soft Fall, il nuovo lavoro dell’artista di Philadelphia, porta immacolati tutti quei multi-strati sonori che sembrano affondare le loro radici in un dreamy dilatato che rivendica tra sinth, samplers, ambient e chill-wave la sua essenza, la sua prodigiosa “sac a poche” stilistica che nel midollo di undici tracce inietta, trasgredisce e riordina arie come stimabilissime eccellenze uditive; anche un viaggio ben illuminato da fonti ispiratrici che occhieggiano a M83, Beat Connection o Neon Indian, un excursus mid-euforico che si colora alternativamente da grigi e pallide solarità e che comunque attraversa – con particolare rilievo – i mutamenti e le confidenzialità per cui è stato scritto. Pochi i conflitti che si possono riscontrare lungo l’ossatura del disco, magari qualche spruzzo di troppo nell’indecisione “Black noise” o nell’effervescenza “Close”, ma per il resto è tutta un’ apprezzabile ondata di sovrapposizioni ultra livellate che incedono con intenti straordinari a farsi ricordare, e per molto, come l’ariosa “Wild Palm” inno agli anni Ottanta velati, le visioni droniche portate dallo zeffiro che abita in “Laketop Swimmers”, l’onirico gassoso e ambient che respira nel trittico “Activity 1, 2, 3” fino a confluire con lo space-pop di “Over My Head”, un controllato stato d’animo che si tinge di beata purezza volatile. Un disco sky-walker, uno di quei lavori al centro della leggiadria che da l’opportunità di provare brevi ma intensi radenti visionari. 75/100
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Jon Barthmus: Voce, synth, strumenti vari Anno: 2012 |