I Severe Torture sono da qualche anno e dall‘album “Feasting On Blood” uno dei punti fermi della scena estrema underground.
Certo è che con questo “Sworn Vengeance” abbiamo assistito ad un involuzione del gruppo nel tipo di proposta. Ora, con questo album, si stanziano su un death metal di stampo più tradizionale con riff molto statici e degni di qualche pisolino. Oddio, non che i Severe Torture del mitico ep “Butchery Of The Soul” siano scomparsi del tutto ma diciamo che di quel glorioso periodo ne rimane solo qualche frammento. Se i riff fossero interessanti e non banali, anche se ripetuti per oltre un minuto non stancherebbero, visto che questa è anche la caratteristica di molti gruppi swedish dei primi anni 90 non vedo cosa ci sia di male, ma caspita quando dopo 30secondi dello stesso riff cominci a soffrire significa che c’è qualcosa che non quadra. In secondo luogo questo album segna il definitivo passaggio della band da sonorità brutali a un death più “tranquillo”. Se prima i ragazzi olandesi andavano fieri del loro sound figlio dei migliori Cannibal Corpse, qui troviamo influenze più europee dai Vader ad alcune band della scena svedese come Grave ed Unleashed. Fino ad un paio di album fa la voce era un guttural potente, degno di essere chiamato tale e le composizioni in generale erano più complesse, i riff erano spesso ripetitivi ma dal forte carattere evocativo e mai tanuti così a lungo. La somma di questi elementi faceva della miscela proposta dei nostri amici qualcosa di una brutalità spietata, qualcosa di speciale e che li faceva brillare all’interno della scena estrema. Non capisco quindi questa operazione a ritroso, forse i ragazzi avevano voglia di produrre qualcosa dal sound massiccio e monolitico ma nel tentativo di produrre una pietra miliare, a mio avviso hanno dimenticato cosa li ha resi “famosi” nella scena. Nulla impedisce di andare a pescare in band death invece che brutal ma se questo comporta una perdita di qualità allora la loro operazione non è riuscita. Sebbene il sound non sia dei più originali, la produzione risulta molto buona il che fa apprezzare quel poco di buono che questo full contiene. Inoltre nella canzone “Buried Hatchet” compaiono un paio di special guest tra cui Jason Netherton dei Misery Index. Nel complesso l’intero lavoro non è poi così male ma la mia delusione è stata tanta perché mi aspettavo qualcosa di più originale e che riscattasse il mediocre “Fall Of The Despised”, che già conteneva sentori di questo cambiamento. Certo è un prodotto da tenere alla larga da chi come me è propenso ad un brutal-tech-death, ma sicuramente a molti fans del death più seminale non dispiacerà 70/100
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Dennis: Voce Anno: 2007 |