Gli Svanzica sono una giovane band Veronese nata nel 2005 e che nel 2006 pubblica un demo autoprodotto chiamato "Wounds".
Leggendo la biografia posso notare accostamenti a gruppi come Novembre e Opeth che richiamano non poco la mia attenzione. Va detto inoltre che nell'album ha registrato il chitarrista Fabio Zamboni poi uscito dal gruppo al termine delle registrazioni. Al suo posto entrerà Fabio Favalli. L'album è interamente autoprodotto e questo spiega il perchè di una qualità di sonoro, mix e master così pessima. La voce e le chitarre a tratti sono fastidiosi rendendo l'ascolto in cuffia quantomeno improbabile. Ciò incide non poco sulla resa della band. Oltretutto credo proprio di sentire imprecisioni sugli stacchi e sui bpm del brano che nei fill di batteria sembrano aumentare o talvolta diminuire. Insomma, di certo ascoltare e tentare di giudicare un disco con queste premesse è piuttosto difficile e questo già condiziona di molto il giudizio finale. Mi chiedo perchè dopo un demo autoprodotto, continuare nell'autoproduzione quando probabilmente non si hanno le capacità per gestire autonomamente la produzione di un album. Un musicista o artista in genere, dovrebbe imparare a valorizzare al meglio il proprio prodotto. Se, come spesso accade, non è capace di farlo in maniera autonoma, può affidarsi a gente competente per artwork e registrazioni anche a costo di qualche sacrificio economico più o meno grande, il quale mi rendo conto non è alla portata di tutti ma è fondamentale se si crede in ciò che si fa. Il risultato è un album che sotto l'etichetta del genere progressive riesce ad esprimere un infinità di idee e di varianti tematiche che quasi spiazzano l'ascoltatore. Alcuni spunti risultano anche interessanti ma c'è sempre qualche piccolo limite tecnico della sezione ritmica che non appare molto precisa. Le voci, sia growl che pulite, non appaiono convincenti. Colpa della registrazione? Le melodie più che ricercate mi sembrano sgraziate, fuori contesto e monotone. Troppa imprecisione negli arrangiamenti, sembra di ascoltare una band alle prime armi. E forse di questo si tratta. Il risultato è un album che appare estremamente noioso. Rimandiamo al prossimo appuntamento in studio gli Svanzica ai quali consiglierei di lavorare moltissimo su suoni, arrangiamenti, e possibilmente avvalersi anche di una registrazione professionale. Inoltre se è vero che il genere progressive è forse il più difficile da delimitare come un genere finito e con regole ben precise, questo non deve far cadere nella trappola del "tutto va bene". Ogni band deve prima avere un identità ben precisa per poi spaziare all'interno delle sonorità così vaste che sono racchiuse in questo genere. 50/100
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Luca Modenese: Voce Anno: 2009
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