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Puya
Areyto

Tra le ultime (e più interessanti) strade battute dai gruppi crossover negli anni '90, quella di miscelare il rock/metal ai i ritmi caraibici/esotici delle proprie terre di provenienza è stata tra le più rigogliose (sia dal punto di vista creativo che commerciale). Il gruppo più abile da questo punto di vista (almeno a parere di chi scrive) sono stati i Puya, nati a Porto Rico nei primi anni '90 e che dopo aver raggiunto nel 1999 un buon successo planetario col bellissimo album Fundamental, ha rilasciato solo un altro disco (Union, 2001) prima di sciogliersi, per poi riformarsi in maniera inattesa nel 2010.

Il frutto discografico di questo ricongiungimento è Areyto, EP autoprodotto dal quartetto portoricano che fortunatamente ci riconsegna un combo ancora fresco e determinato dal punto di vista compisitivo. Ritmiche dai passaggi ultra tecnici e sempre varie arricchite da percussioni latine, voce che alterna momenti melodici ad altri più aggressivi/metallici e chitarre trasversali dal suono concreto sono alla base della ricetta musicale dei Puya, che si potrebbero sintetizzare - per chi non li avesse mai ascoltati - come un perfetto incrocio tra Santana, Faith No More e Sepoltura. Già la traccia d'apertura, "Ni Antes Ni Despues" è la smagliante dimostrazione dello stato di grazia compositivo del gruppo, con un passaggio finale ai limiti del thrash dopo un motivetto salsa contagioso e perfettamente confezionato, mentre è ancora una bella melodia elettrica a dominare in "No Hay Mal Que Por Bien No Venga" che vede sugli scudi il cristallino cantato di Curbelo perfettamente accompagnato dai riff rocciosi di Ortez.
La title track è l'episodio più duro e spigoloso della raccolta, dove i Puya ricordano che oltre al soud tipico della loro terra, amano suonare un metal con pochi compromessi e di esecuzione sopraffina (ascoltare bene il lavoro di basso e batteria in questa traccia, per capire), mentre la conclusiva "Hecho El Resto" è un nostalgico ma bellissimo tuffo all'indietro di oltre 10 anni, ai tempi del già citato Fundamental, il full lenght con la quale i portoricani si sono aperti più a ventaglio come stili nella loro carriera, rimarcando più che mai la loro vicinanza ai Sepultura.

Areyto palesa la vivacità e l'ispirazione dei Puya che nonostante gli anni di pausa hanno saputo ritornare con quattro canzoni divertenti che non hanno paura di abbracciare qualsiasi stile e sfumatura sonora. Purtroppo al momento, questo resta anche l'ultima testimonianza in studio del progetto, che sembra essere tornato nuovamente ed inspiegabilmente in stand by (anche se è viva nei fan la speranza di riascoltarli al più presto con un vero album di inediti). Il mondo del rock ha davvero bisogno di formazioni cosi intense e concrete, lunga (e continua) vita ai Puya.

75/100


Sergio Curbelo: Voce e percussioni
Ramòn Ortiz: Chitarra
Harold Hopkins: Basso
Eduardo Paniagua: Batteria

Anno: 2010
Label: Autoprodotto
Genere: Crossover/Latin Metal

Tracklist:
01. Ni Antes Ni Despues
02. No Hay Mal Que Por Bien No Venga
03. Areyto
04. La Muralla
05. Hecho El Resto

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