Home Recensioni Live Pagliacci - Bologna, Comunale Nouveau, 22 dicembre 2024

Pagliacci
Bologna, Comunale Nouveau, 22 dicembre 2024

Ultimo appuntamento della stagione operistica 2024 al Comunale Nouveau di Bologna, con un titolo di grande richiamo, per l’occasione curiosamente orfano di Cavalleria Rusticana o altra opera in un solo atto che ne completi la proposta.

Pagliacci, che origina da un caso reale di cronaca nera, sviluppa i temi del mascheramento e del teatro nel teatro, dello scambio e della commistione tra finzione e realtà, tra farsa e tragedia. È un'opera pienamente partecipe della cultura europea del tempo. Leoncavallo vi combina linguaggio musicale alto, di derivazione wagneriana, con tratti triviali e salottieri, tipici dei café-chantant e dell'operetta, mentre la musica in stile settecentesco, che accompagna la recita dei comici, genera un contrasto straniante con l'efferatezza del duplice omicidio finale compiuto dal protagonista-pagliaccio, Canio. Il set immaginato dalla regista Serena Sinigaglia è uno spazio teatrale all'aperto, un palcoscenico sul palcoscenico che fornisce la cornice perfetta in cui si svolgerà, nella penombra di luci livide, il dispiegato, squilibrato miscuglio di gioco e assassinio, tra messi e punteggiature floreali rosso sangue. Il triangolo amoroso del deforme Tonio (l'amante non ricambiato da Nedda), Silvio e Canio è pregno di crudeltà, odio, ardore, gelosia e dolore. I cambiamenti tra questi stati d’animo, in questo trio di interrelazioni contorte, vengono gestiti con un ritmo ammirevolmente consono sia musicalmente che drammaticamente. Precisa e fedele alla partitura, la direzione di Daniel Oren. Senza eccessi veristi, viene esaltata l’orchestrazione ricca ma non sovraccarica, con un utilizzo attento del colore orchestrale al fine di sottolineare le emozioni dei personaggi.


Il tenore Gregory Kunde è uno sfolgorante Canio capace di tratteggiare, con una voce potente e ricca di armonici e sontuosa presenza scenica, tutta la drammatica complessità del personaggio. Nel “Vesti la giubba” gestisce le note alte proiettando il la bemolle acuto con grande slancio emotivo e profondità tragica; nel “No, pagliaccio non son” il fraseggio declamatorio denota superba intonazione e raffinato legato. Brava anche Mariangela Sicilia come Nedda. Il "Qual fiamma avea nel guardo" è ricco di ornamentazioni, e il si bemolle acuto risulta cristallino e ben sostenuto. La melodia è cantata con eleganza e fluidità, preservando l'equilibrio tra potenza e dolcezza. Di pregio anche il duetto con Silvio, "E allor perché, di', tu m'hai stregato", dal legato naturale e intenso e con un giusto equilibrio tra le voci. Il baritono Claudio Sgura, come Tonio, gestisce bene il Prologo, con note gravi ben supportate e un acuto potente nell’impegnativo fa diesis di “al par di voi”. Rompe la quarta parete con buona espressività teatrale. Il suo compito è difficile, perché sostituisce coraggiosamente Luca Salsi senza aver mai provato con l'orchestra e i cantanti. In alcuni frangenti, tali difficoltà sono evidenti, soprattutto in qualche disallineamento nei rapporti con la buca e in occasione di una vistosa amnesia durante la recita del secondo atto, quando Oren, nelle vesti di suggeritore, lo imbecca sul “So che sei pura. E casta al par di neve!”. Ben interpretato è il Silvio di Mario Cassi, dolce nel timbro durante il duetto del primo atto e proposto con adeguato romanticismo, in grado di bilanciare la tensione complessiva dell’opera. Apprezzabile anche l’elaborazione di Beppe di Paolo Antognetti: l’“O Colombina” del secondo atto ha la giusta leggerezza e flessibilità, con linee melodiche ariose e brillanti, e, in generale, le transizioni dal piano al forte risultano fluide e ben controllate. Bene, nel complesso, l’Orchestra del Comunale, nonostante qualche sorvolabile défaillance dei corni. I cambi di registro sono stati ben gestiti, così come l’alternanza tra dinamiche e i ritmi vivaci e spezzati del coro iniziale, evitando sfasature tra orchestra, coro e cantanti. Di tradizionale qualità il coro diretto da Gea Garatti Ansini. Nel "Son qua! Ritornano!” le frasi sono energiche e articolate, con la giusta precisione ritmica, tratteggiando nitidamente l'immagine vivida del villaggio festante. Anche l’intermezzo corale, "Din! Don! Suona vespero", tradizionalmente molto scoperto, appare ben intonato, e le dinamiche più a rischio del piano e pianissimo risultano ben bilanciate tra le sezioni.


Foto: Andrea Ranzi

 

 

 


“PAGLIACCI”

Dramma in un prologo e due atti su libretto di Ruggero Leoncavallo

Musica e libretto di Ruggero Leoncavallo

Nedda MARIANGELA SICILIA

Canio GREGORY KUNDE

Tonio CLAUDIO SGURA

Beppe PAOLO ANTOGNETTI

Silvio MARIO CASSI

UN contadino SANDRO PUCCI

Un altro contadino FRANCESCO AMODIO

Attori PAOLO DEI GIUDICI, GIULIA SARAH ALESSANDRA GIBBON

Figuranti FABRIZIO CORONA, RICCARDO DELL’ERA, DANIELE PALUMBO, LORENZA ROGNA

Orchestra, Coro e Coro Voci Bianche del Teatro Comunale di Bologna

Direttore Daniel Oren

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini

Maestro del Coro delle Voci Bianche Alhambra Superchi

Regia Serena Sinigaglia

Scene Maria Spazzi

Costumi Carla Teti

Luci Claudio De Pace

Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna

 

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