Di reinterpretazioni dei Pink Floyd ne esistono a bizzeffe, da quelle solo strumentali a quelle orchestrali, passando per quelle estemporanee, limitate ad una sola traccia, fino ai remake di interi album. Tuttavia, di rivisitazioni jazz per solo piano, forse, non ne esistono affatto. Quella di Carlo Gizzi appartiene a quest’ultima categoria anche se l’anomalo affiancamento di brani prog rock dei Floyd con quelli classici di Mozart e Bach lascia piuttosto interdetti, se non altro prima dell’ascolto. Il motivo di questa perplessità è dovuto al contrasto di generi che poco hanno da spartire tra loro. Perplessità, però, che viene subito fugata dopo l'assimilazione dell'opera: si scopre che le musiche originarie sono solo lo spunto di partenza per una serie di esternazioni jazzistiche di libera ispirazione. Riguardo, poi, alle dichiarate fonti di ispirazione, va detto che a volte si fa addirittura fatica a riconoscerne l’origine tanta è la rielaborazione, evidente per lo più solo nei temi portanti, che poi vengono abbandonati per le proprie esplorazioni melodiche, fortunatamente per niente astruse o incoerenti, dalle quali emergono le doti del pianista, le cui esecuzioni sono dotate di buona scorrevolezza e di eccellente orecchiabilità. L’album non fa quindi testo se ci si aspetta l’ennesima esaltazione delle atmosfere floydiane (nel caso specifico di “Dark side of the moon”) o delle elaborate composizioni bachiane o mozartiane, ma ha una sua valenza se si è alla ricerca di una musica di qualità, riflessiva, sobria ed intimista da adoperare come sottofondo rilassante o di accompagnamento per qualche tranquilla serata invernale. Nazione: Italia Piano: Carlo Gizzi Tracklist: Improvvisazioni su temi dei Pink Floyd Improvvisazioni su temi di Bach Improvvisazioni su temi di Mozart* *Live at Castello Savelli, Palombara Sabina
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