Ricordate il vecchio jazz ? Ricordate come diventava psichedelico con i Pink Floyd, free e progressive con Magma e King Crimson, “sporco” e tagliente con Jeff Beck ? Vi ricordate? Non importa quale sia la vostra risposta, gli A Triggering Myth sono qui per ricordarvi tutte queste cose, sono qui per rendere giustizia ad un genere abusato, sfruttato in ogni sua forma, portato ai limiti dell’odioso (esempio: sul canale destro un pezzo, sul sinistro un altro). Per fare tutto ciò, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non lo riportano al suo “brodo primordiale”, bensì lo ripropongono in tutte le “musificazioni” di 50 anni e più di gloriosa storia, inserendo ovviamente il capitolo basato sulla loro visione e interpretazione. Forgiving Eden: un’unica traccia divisa in otto parti a svolgere il ruolo di significante in questa preziosa opera di revival e riconnotazione. In 43 minuti scarsi si individua tutta la sofisticata poetica del duo Eddy-Drumheller, fondata sulla ricerca della fluidità assoluta e della catarsi sonora, alla quale è estraneo il concetto di “fine a se stesso” che troppo spesso pervade i cultori del genere. Non uno iato di troppo, ma neanche il crogiolo strumentale tanto sbandierato in qualsiasi filone progressive. Un perfetto equilibrio che perdura in tutta la durata dell’opera, senza mai minacciare di venire meno. Si sogna l’ambient, ci si avvicina alla fusion onirica di Canterbury e a tratti si dilaga perfino nella totale schizofrenia del free-jazz, ma non si rompe mai quel vincolo indissolubile che lega la musica degli “A triggering myth” al culto della sacralità di maestri come Coltrane e, in particolare, il Miles Davis di “Bitches Brew”. Forgiving Eden è un disco su cui si posso spendere solo parole di elogio, per il suo significato, come già detto, e per la sua straordinaria qualità, in grado di coprire tutti i territori musicali esplorati dalla band. Vi ricordate ora? 85/100
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Tim Drumheller: Tastiere, Programming, Produzione Guests: Anno: 2002 Sul web: |