I Libanesi Kimaera sono al secondo disco ed il loro sound sembra catapultato dal passato, già nel 2006 recensii il loro primo disco dal titolo "Ebony Veiled" e devo dire che non mi dispiacque affatto. Con questo "Solitary Impact", archiviati alcuni cambi di line-up e stilistici (niente + voce femminile, bravi!/nda), si apprestano a trovare la formula giusta per dare adito alla loro creatività. La pecca fondamentale di questo disco, ci tengo a precisarlo da subito, é che suona vecchio, o almeno ancorato a retaggi del buon caro doom death gothic che tanto si sviluppò a cavallo tra gli anni 90 e 2000 sulla scia di Paradise Lost e My Dying bride, Anathema e simili. Quindi un buon sano doom/death con un tradizionale e 'patriarcale' verticalismo ma con gocce calde di melanconia sparse qua e là con gusto e capacità nel dosare i momenti, in uno stillicidio di armonia, brutale disperazione e delicatezza equamente divise nei vari momenti che compongono l'album, il riff working attinge alla tradizione orientale e dal mood onirico mediorientale, il ché mi riposta alla mente lezioni ben diverse di gruppi quali Salem e Orphaned Land che raffigurano nell'immaginario collettivo le band di spicco di un filone molto caratteristico del passato nonostante il debito assoluto ai mostri sacri del doom malinconico di stampo prettamente nord europeo. Gli innesti di violino poi da una parte, le chitarre distorte in low tunes dall'altra, i battiti di batteria imperanti e marziali delineati però nelle parti veloci, da un uso velocissimo del doppio pedale stilisticamente possono trarre in inganno anche i neofiti e far gridare al miracolo per questo che resta comunque un buon disco, ma ciò che mi rende scettico é l'uso della voce femminile, si suadente ma mai bene incanalata nelle linee del contesto, la trovo un pizzico estemporanea, ma questo è un mio parere personale (difficilmente riesco a digerire certe vocalist dal canto pulito ritenendo che nel death metal ed affini sia meglio il growl...), oltre alla violenta voce in growl di Jean-Pierre Haddad che forse per distinguersi dovrebbe anche essere più varia e meno monocorde (ma forse sarebbe chiedere troppo...NDA), io la preferisco in screaming sardonico e arcigno. Il bello del disco é il death metal style che incorpora, possiamo anche chiamarlo melancholic death doom ma per me il succo del discorso è che i Kimaera sono di base un buon gruppo death metal, e le improvvise parti più sostenute che mantengono compatta la linea tracciata lo dimostrano tutte facendo emergere una fierezza non indifferente. Il sound dei Kimaera è maturo di certo, pezzi come l'opener "Bloody Tourniquet", "A Silent Surrender", "Holy Grief" e "All That I Am" racchiudono le potenzialità di una realtà che può ancora crescere, affinarsi e dare quel tocco di maestria in più, la loro bravura sta nel giostrarsi con una natura che fa scontrare mestizia con rabbia ai limiti dell'estremo più estremo, senza abbandonare il death metal ma affidandosi ad una ricerca diversa verso la decadenza più dissoluta, il loro doom etereo é poca cosa rispetto al cospetto delle parti 'raw' e questo forse non piacerà a tutti. Da considerare poi una certa inesperienza negli arrangiamenti, a volte diretti e quasi troncati o assemblati con poca progressione e musicalità, fanno di "Solitary Impact" un dischetto con potenzialità ancora non completamente espresse, ma al contempo uno di quelli che ti possono anche interessare per la loro variegata proposta, infatti i violini e le tastiere, le voci femminili e maschili, batteria potente e chitarre veloci, acustiche sono proprio componenti che danno molta varietà e non stancano mai l'ascoltatore amante del genere. Lavoro molto intrigante, ben suonato, supportato da musicisti che sanno cosa fanno, dal grosso feeling atmosferico, e qui i libanesi non hanno niente da invidiare ai mostri sacri europei, ma attenzione la proposta potrà riscuotere interesse nelle fasce d'ascoltatori legate al doom di nuova generazione solo con un innesto più gotico che estremo e questo non so quanto riusciranno a farlo... Da evidenziare che il cd contiene anche una traccia video riguardante il brano "The Taste Of Treason", in definitiva i Kimaera sono una band che credo farà ancora parlare di sé. ...acquistate il dischetto se volete essere catapultati nel misticismo orientale ed avete voglia di una ventata di musica estrema e malinconica del passato... 55/100
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Jean-Pierre Haddad: Chitarra, voce Anno: 2010 |