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Dormin
Psykhe Comatose Disorder

Il disco di esordio dei DORMIN è molto di più di quello che potrebbe sembrare, oltre alla musica (di ottima fattura e ben strutturata) c'è un concept che si dovrebbe sviluppare a parte con molto più spazio a disposizione, trattando un argomento ostico che tutt'oggi abbraccia notevoli sfaccettature e che nonostante viviamo oramai in un'età dove nulla o quasi si teme o si scopre in un certo senso spaventa e impressiona con la stessa forza.
In Psykhe Comatose Disorder infatti si affrontano temi come la malattia (fisica e mentale) e si tratta la morte sotto vari punti di vista, c'è infatti la sofferenza, la sopportazione di un dolore che non si può negare, la decadenza e la fine di un incubo personale che distorce la realtà per dare origine ad una nuova vita, una nuova luce nata da un lungo tunnel buio, una nuova esistenza che come una larva si contorce cibandosi del corpo e dell'anima straziati della vittima in cui ha albergato per anni, decretandone la fine prematura prima della metamorfosi: due morti in cambio di una nuova possibilità.

Ebbene si, non è un concept visionario ed inventato poiché qui invece si ha il coraggio di parlare in prima persona (non come spesso accade nei dischi di musica estrema), e ciò che in realtà è stato, e che potrebbe sembrare un mistero o un incubo, viene qui descritto con lucidità assoluta sulle note di un lavoro di spessore superiore diviso in 7 atti che come il verme di cui prima accennavo si dibattono toccando varie sfumature musicali e stili sempre con un unico filo diretto, infatti si respira a pieni polmoni aria di stile italico, mi pare di ascoltare un album vecchia scuola evoluto, dove il tocco di originalità tipico delle band estreme del Sud Italia rinasce sotto una fosca luce in un disco che farà certo la felicità di tutti quegli appassionati (come me) senza paraocchi mentali in quanto a gusti musicali e tematiche, e che tuttavia mantengono un'attitudine puramente estrema.
Doom, black, death, shoegaze, ambient ed un tocco esoterico sono gli ingredienti che si amalgamano in una marcia funerea e atmosferica dall'incedere quasi fumoso, come un filo di incenso che si innalza a spirale da un rituale occulto isolato nel cuore di una foresta, perso nel nulla, una lenta ed inesorabile decadenza che a sprazzi si incattivisce in modo sinistro, aspro e auto-dissacratorio (ne è un esemplare unico la track "Spettri Nello Specchio", brano semplicemente divino e impetuoso nel suo finale), ma anche la lunghissima "The Glyph of Solitude" che detiene al suo interno un giro black metal tempestoso e freddissimo.

Stesso discorso vale per la strumentale e palpitante "Psykhe Comatose Disorder", che trasmette al suo interno un messaggio che non ha bisogno di essere spiegato ai più, una richiesta persa nel vuoto, un urlo strozzato in una implosione ... un lavoro di sintesi nichilista davvero notevole.
L'album Psykhe Comatose Disorder attraverso la descrizione del dolore crea un bel feeling ed intesse un delirio sonoro del tutto lucido e pianificato, è un naturale sfondo al tema trattato, la trasposizione in musica delle ambientazioni di stati e luoghi realmente esistiti, orrori davvero vissuti, ed è questa la sua peculiarità e la sua vera essenza. Per il progetto Dormin non importano le varie influenze di stile, ma la finalità degli intenti, tant'è vero che come precedentemente accennato io ci trovo lo stesso spirito puro degli anni '90, essendo questo un album spontaneo, per la totalità sentito nel profondo e vissuto, come i primi rabbiosi album di debutto in parte dettati dalla foga originale di chi sa che non vuole impressionare, ma semplicemente dare sfogo al proprio estro.

Non importa che ci sia quindi un'etichetta ben definita per descrivere il genere, che esso sia Doom o Black Metal, Shoegaze o Post Metal estremo non ha rilevanza, il risultato è un piccolo capolavoro di musica estrema ITALIANA che sarà molto difficile per me dimenticare perché i Dormin riscrivono in poco più di 47 minuti il decalogo del fare musica Underground in primis per se stessi e poi per tutto il resto, senza pretese e autoesaltazione, ma con personalità da vendere...La registrazione è volutamente medio-cupa e tende a dare la sensazione di un tutt'uno, non c'è uno strumento che spadroneggia su un altro e non ultimo i suoni di batteria e gli effetti sintetici sono stati scelti con cura, rendono bene quel senso di vuoto e delirio interiore 'fuori dalle righe' che determina l'ansia.

Una killer track come "World of Nooses and plastic Dramas" colpisce in pieno centro, non solo rispecchia i canoni a me congeniali in ambito estremo, contemporaneamente lascia disarmati per la sua ficcante semplicità così come il resto del platter.
La malinconia, il senso di impotenza e vuoto interiore, l'incapacità di reagire e la rabbia repressa sono ampiamente percepibili da ogni singolo solco di Psykhe Comatose Disorder, un disco a tratti anche potente e nel suo piccolo imponente, tra riffing sprezzanti, intermezzi arpeggiati che entrano subito nel cervello e di atmosfera rarefatta e surreale; ritmiche anche non semplici e passaggi al fulmicotone che si impongono plumbei e marziali con un apporto vocale sempre appropriato al pezzo e scelte dai toni modulati che mi ricordano imperiosi esempi nord europei senza nulla togliere alle doti di Rex, molto bravo a svariare su più fronti dallo scream allo spoken voice passando per i vocalizzi epico evocativi senza grosse difficoltà, ed anzi in maniera del tutto naturale.

Il disco si chiude con “Metempsychosis (The Nightwind whispers a Lullaby)”, una song angosciante tanto bella quanto dolorosamente inquietante e deprimente, pura arte underground.Un consiglio spassionato, fate vostro questo disco e cercate di entrarci dentro con la testa, non può mancare nella collezione di un intenditore di musica estrema (black, death, doom... e compagnia bella). Psykhe Comatose Disorder è un concentrato di creatività che tra l'altro si avalla di varie collaborazioni e che abbraccia il vero spirito underground, provare per credere.Se questo disco fosse stato editato da qualche band nordeuropea già famosa si sarebbe gridato al piccolo miracolo. AVE Dormin -!-

90/100


REX: Voce, chitarra 
Cairn: Basso, programming
Chris: Voce, tastiere
Etna: Chitarra
Hammerfury : Batteria

Anno: 2013
Label: Beyond...prod.
Genere: Atm Slow Death/Black

Tracklist:
01. Resonance (Synoptic Voyage into Noghingness) - instrumental
02. Crossing the Plains of Non Existence
03. Spettri Nello Specchio
04. Psykhe Comatose Disorder - instrumental
05. World of Nooses and Plastic Dramas
06. The Glyph of Solitude
07. The Nightwind Whispers a Lullaby

 


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