Prodigiosa macchina l’album datato 2008 aveva lasciato qualche perplessità perché il suo ideatore, Mario Cottarelli, malgrado le numerose idee presenti nel lavoro, difettava non poco nell’aspetto vocale.
Inoltre qualche passaggio strumentale necessitava proprio di una band reale alle spalle e non dei “semplici” suoni campionati. Oggi l’artista si ripresenta con un nuovo prodotto, Una strana commedia eseguito ancora in piena autonomia, ma che rappresenta senz’altro un notevole balzo in avanti qualitativo rispetto all’esordio. La title track ne è prova evidente, non solo nel testo, piuttosto amaro, ma molto bello, ma soprattutto per le splendide soluzioni create dalle tastiere che a volte non sembrano neppure frutto di campionature al computer. Qualche dubbio lo lascia tuttavia la voce che comunque stavolta nel contesto musicale proposto non “stona” più di tanto. “L’occhio del ciclone” (intense anche in questo caso le liriche) vive di interessanti momenti acustici nella prima parte mentre imperiose tastiere dominano la seconda parte della traccia. Dai contorni new prog la sfavillante e orecchiabile “Corto circuito”, mentre segnano un po’ il passo i quasi 10 minuti della successiva “Bianca scia” che scorre via senza sussulti degni di nota. Lo strumentale “L’orgoglio di Arlecchino” ( il brano più lungo della raccolta con i suoi 12 e più minuti) rappresenta il top dell’album. Con un tema di tastiere ricorrente, inserti acustici pregevoli e rimandi barocchi per nulla stonati. Un buon album nel complesso, i cui limiti sono essenzialmente dovuti ai numerosi campionamenti (anche se non sempre sono così evidenti), ma dubitiamo che Mario voglia fare altrimenti nei lavori futuri ... 70/100
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Mario Cottarelli: Tutti gli strumenti, voce Anno: 2011 |