Certo è che i Depeche Mode la banalità non sappiano nemmeno dove sta di casa e sembra una costante nella loro discografia che ad un nuovo album corrisponda necessariamente un nuovo sound, il tutto ottenuto con una buona dose di synth e chitarra. Tredicesimo album con tredici tracce e sfidata la sorte un po’ di sfortuna l’ha avuta solo il tour con diverse date spostate o cancellate per problemi di salute del frontman Dave Gahan.
"In Chains" apre le danze con un intro quasi impercettibile di oltre un minuto che catalizza tutta l’attenzione alla ricerca del suono, e poi finalmente la potente voce di Gahan che si impone su qualsiasi altra cosa… benvenuta nuova dimensione! E questo è solo l’inizio! Segue la coinvolgente "Hole To Feed" con una potente linea di percussioni, subito dopo l’energica "Wrong" e qui il trasporto si fa completo! Duetto perfetto di Gore e Gahan in "Little Soul", due voci che si sovrappongono e si intrecciano creando quasi un gioco con la musica in sottofondo; segue "In Sympathy" con una bella sonorità e un ritornello molto coinvolgente. L'inizio di "Peace" dà quasi la sensazione di essere tornati ai tempi di Speak & Spell, primo album della band: ha un vago ricordo, un ‘non so ché’ di Dreaming Of Me, ma con l’evolversi della canzone questo effimero sentore sparisce. La voce supplichevole di Dave Gahan esordisce nell’ottava traccia con Come back… come back to me… I’ve been waiting here patiently, questa è una canzone da gustare in ogni sua singola nota! Nono solco è "Speacewalker", intermezzo completamente musicale decisamente rilassante. Sintetizzatori dominano l’inizio di "Perfect" e uniti alla voce di Gahan fanno proprio vagare la mente in un altro mondo. "Miles Away / The Truth Is", con una parte vocale abbastanza tirata e cori di Martin Gore nel ritornello per una canzone dalla musicalità molto sobria, anche se il testo lascia sempre trasparire una vena pessimistica, tipica delle composizioni di del riccioluto chitarrista. E finalmente uno dei momenti più intensi: "Jezebel", cantata interamente da Martin Gore e per questa canzone ogni neurone si concentra sulla voce e ne viene immediatamente rapito. Tredicesima ed ultima traccia è "Corrupt"che ha un testo significativo e decisamente invitanti all’ascolto sono la voce di Gahan e il riff di chitarra. Purtroppo qui il viaggio conclude, tutto si spegne, non siamo più in un mondo parallelo completamente nostro. Ormai è lontana l’epoca di Construction Time Again, ma i Depeche Mode ancora non si sono stufati di sperimentare.Molto probabilmente questo cd non lascia indifferenti e non ammette vie di mezzo, o lo ami o proprio non ti piace! Messo in chiaro questo, a me è piaciuto e un bel 75 (su 100) non glielo toglie nessuno! Certo è che quando si ha bisogno di isolarsi dal resto del mondo, ascoltare Sounds of the Universe è espressamente consigliato! 75/100
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Martin Lee Gore: Chitarre, tastiere e voce Anno: 2009 |