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Aldo Tagliapietra


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- A&B -
Ciao Aldo, ben trovato.
- Aldo -
Ciao Gianluca

- A&B -
Io direi di cominciare proprio dal tuo nuovo album, un bel capitolo del tuo percorso artistico. A mio avviso, ci sono almeno tre pezzi meravigliosi. In questo lavoro, la tua musica oscilla tra certe sonorità intime tipica della più colta la canzone d’autore e il miglior prog anni ’70. Come mai hai voluto che l’album non fosse tutto incentrato su quest’ultimo genere musicale, ma che ne riportasse copiosi stralci, alternati ad altre influenze?
- Aldo -
Ho volutamente evitato la forma progressiva a favore della canzone d’autore per due motivi. Il primo è che non ho voluto ripetere ciò che Le Orme hanno saputo fare con estrema bravura nel passato. La seconda è che negli ultimi anni ho cominciato a dare più importanza ai testi ai quali attraverso le mie melodie hanno potuto acquisire più importanza. Ho sentito il bisogno di raccontarmi e mettermi più a nudo rispetto al passato e o ritenuto che la forma “canzone” o la “ballata” fossero più adatte a questo scopo. Non sono certo un’eccezione in questo senso: ti ricordi quando Peter Gabriel uscì con il suo primo disco solista? Non era certo un disco alla Genesis…

- A&B -
Ho notato che in quest’album, è completamente assente il sitar. Tuttavia, ti abbiamo visto a Sanremo, di supporto ad Adriano Celentano, proprio imbracciando questo splendido strumento.
- Aldo -
Per il sitar ho in programma da tempo un progetto musicale misto (che ti racconterò meglio tra un paio di mesi) che dovrei riuscire ad attuare nel prossimo autunno, perciò non intendevo abusarne. Non dimentichiamo che il mio disco solista precedente (“Il Viaggio”, uscito nel 2008, ndi), è suonato interamente con il sitar e sviluppato proprio sulle sue sonorità e strutture musicali tipicamente indiane. Usarlo anche nell’ultimo lavoro sarebbe stato eccessivo.

- A&B -
Sono venuto a vederti dal vivo a Roma, presso Stazione Birra, il 16 marzo 2012. Sono rimasto colpito dalla tua backing band. Tutti ragazzi giovani ma estremamente preparati, motivati e tecnici.
- Aldo -
Mi ritengo fortunato ad aver incontrato questi giovani musicisti con i quali mi trovo molto bene. Oltre a capacità e precisione, mi trasmettono anche quell’entusiasmo necessario per suonare con la giusta carica e determinazione. Non si può fare musica se non si comunica o se non si è sulla stessa lunghezza d’onda. Il loro contributo, pertanto, è stato molto importante a livello di arrangiamenti del disco e, dal vivo, è stato determinante per la riuscita di ogni singolo concerto.

- A&B -
Dal vivo, il nuovo album è maggiormente valorizzato. Non sono particolarmente amante della formula canzone, pertanto ho assistito ammirato ed estasiato quando hai proposto molti dei 10 brani legati fra loro, proponendo un concetto molto vicino a quello di suite.
- Aldo -
Legando i brani, oltre a crearsi quest’atmosfera suggestiva che mi piaceva - che teneva legata la nuova produzione rispetto alla seconda parte, dove eseguo i successi delle Orme - ho potuto notare che le melodie delle singole canzoni ne uscivano valorizzate. Sono felice che tu abbia apprezzato questa formula.

- A&B -
Nel secondo set hai proposto una decina di brani del tuo repertorio con Le Orme. Anche qui sono rimasto impressionato. La band è assolutamente preparata e coesa talché la riproposizione di questi brani è risultata oltremodo credibile ed efficace. Mi riferisco in particolare alla jam che ha preceduto “Cemento Armato”, alla rivisitazione di “Felona e Sorona” e alla novità rappresentata da “Insieme al concerto”, splendido brano forse un po’ troppo sottovalutato dai fan e dalle Orme stesse.
- Aldo -
Anche se fanno parte del mio passato, io preferirei oggi suonare solo le mie canzoni, perché mi sento rivolto al futuro ancora con delle cose da dire. Però, mio malgrado, le canzoni delle Orme le devo fare per forza. La band ha fatto un ottimo lavoro sul repertorio Orme che è molto complesso e sono molto soddisfatto della resa dei suoni. Il gruppo ha dimostrato preparazione ma anche un certo gusto estetico, cosa che non è facile trovare nei musicisti di oggi.

- A&B -
Come ho avuto modo di scrivere recensendo il concerto, mi ha molto colpito il vostro chitarrista, capace di inserirsi con intelligenza e competenza anche laddove, originariamente, erano completamente assenti gli interventi alle sei corde nei brani de Le Orme.?
- Aldo -
Oltre ad essere un ottimo chitarrista, Matteo Ballarin ha la capacità di inserirsi in qualunque brano: è un musicista dotato di una versatilità eccezionale.

- A&B -
So che in alcuni tue recenti esibizioni dal vivo, si sono riuniti alla tua band altri membri delle Orme. Mi riferisco, se non erro, a Claudio Galieti (nel gruppo tra il 1966 e il 1969) e ad Andrea Bassato (pianista e violinista dal 1998 al 2007). Sono collaborazioni occasionali oppure, soprattutto con il secondo, hai in mente un coinvolgimento stabile nella tua attuale formazione? In questo caso, si potrebbe parlare di una ulteriore versione alternativa de Le Orme?
- Aldo -
Quando i rapporti umani rimangono buoni è piacevole trovarsi sul palco con i vecchi amici. Con Claudio e Andrea è stata fatta questa meravigliosa serata dell’Anteprima del disco al Teatro Toniolo ma è stata una cosa totalmente estemporanea e decisa anche in modo abbastanza casuale, in occasione del Concerto di Natale dove, ricordiamolo, ha suonato anche Sergio De Nardi, il padre del De Nardi che fa parte della mia band. Mi farebbe piacere ripeterla in un’altra data, quell’esperienza, con gli stessi amici. Mi farebbe piacere che Andrea suonasse più spesso con me, sia nella band, sia nello spettacolo acustico, ma non vedrei mai la nostra collaborazione comunque come una versione alternativa delle Orme. Lo sai come la penso a riguardo: Le Orme per me sono Aldo, Toni e Michi.

- A&B -
Ho deciso che non voglio chiederti de Le Orme. Ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori su questa vicenda, senza contare che la vertenza legale è tuttora in itinere, in appello se non erro. Tuttavia, non posso esimermi dal chiederti delle “altre” Orme, quelle denominate prima “Once Were Le Orme” e poi semplicemente “Tagliapietra Pagliuca Marton”.
- Aldo -
Confermo. Siamo già al secondo grado di giudizio e, la questione dell’uso del nome “Le Orme”, è una vicenda che non escludo possa arrivare fino in Cassazione. Purtroppo l’identità artistica dei gruppi musicali in Italia non è tutelata ed è una battaglia che intendo portare avanti perché non ritengo giusto che il nome possa sopravvivere anche quando gli elementi che hanno costruito la storia di quel nome non ci sono più. Uno non basta. Con Pagliuca e Marton abbiamo fatto dei concerti straordinari dal punto di vista di riscontro del pubblico: teatri esauriti e pubblico in delirio. Eravamo solo noi, senza nessun nome o altro gruppo che suonava prima o dopo di noi.

- A&B -
Dal vivo avete presentato un nuovo brano, “Dai un Nome”, e ad un certo punto si è parlato di un album di inediti. Poi, improvvisamente, si è appreso dalla rete che la band ha concluso il suo naturale percorso ed oggi è considerata una bella esperienza, ma definitivamente chiusa. Cosa è successo?
- Aldo -
Dovevamo fare un concerto soltanto, il Prog Exhibition a Roma, e invece ne abbiamo fatti cinque perché ce li hanno richiesti. C’è stato un momento in cui ho pensato che il progetto potesse evolvere con la preparazione di materiale nuovo, ma già nell’esperimento di un unico brano inedito, quello appunto che hai citato e che è rimasto incompiuto, ho capito che forse ci sarebbero voluti dieci anni per fare un disco intero viste le divergenze concettuali sulla musica che avevamo soprattutto io e Pagliuca. Mi è sembrato di rivivere il 1990 (che ha portato all’uscita di Pagliuca dalle Orme).

- A&B -
Quali sono i tuoi progetti nell’immediato?
- Aldo -
Attualmente sono impegnato nella promozione di “Nella pietra e nel vento” di cui uscirà a brevissimo un’edizione in vinile dove la copertina di Paul Whitehead si potrà ammirare in tutto il suo splendore.
Ho fatto già due concerti di presentazione del disco e, soprattutto d’estate, porterò in giro due situazioni live: un concerto elettrico e uno unplugged, entrambi con anche brani del repertorio de Le Orme. In autunno, invece, come ti dicevo prima, c’è l’idea di riprendere in mano il sitar per un progetto che sto definendo. E, tra una cosa e l’altra, scrivo per il mio prossimo disco solista. Ho già sette brani e sto lavorando all’ottavo.


- A&B -
Un ultimo messaggio ai nostri lettori
- Aldo -
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi.




"Nella pietra e Nel Vento", il nuovo album di Aldo Tagliapietra. Ascolta la title track in mp3
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