Federico Cavicchi: Chitarra elettrica e voce
Leopoldo Fantechi: Batteria e percussioni
Gabriele Tassi: Basso elettrico e synth
Samuele Venturi: Violino elettrico, synth ed elettronica
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- A&B -
Salve ragazzi, benvenuti sulle pagine di A&B. Ho riservato per il vostro EP un’accoglienza coi fiocchi. Che ne pensate?
- Parsec –
Siamo davvero sorpresi e onorati. Vi ringraziamo di cuore, per una band come la nostra che si sta facendo piano piano strada è fondamentale avere riscontri positivi, è sempre linfa positiva per le motivazioni e si sente ripagato il lavoro che si fa.
- A&B -
Raccontatemi la vostra storia: come nasce il progetto Parsec? Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di suonare insieme?
- Parsec –
Il progetto nasce nell’estate 2008, ci siamo conosciuti fra i banchi di scuola appena diciottenni. Ci ha legati da subito una forte e duratura amicizia, è stato quindi veramente spontaneo e liberatorio suonare insieme.
- A&B -
Veniamo ora al genere musicale da voi proposto: il post rock. Com’è nata questa scelta? È stata pensata oppure è emersa spontaneamente suonando insieme?
- Parsec –
Abbiamo sempre sentito l’esigenza di esprimerci attraverso tessuti sonori caratterizzati da forti contrasti sonori ed emotivi. Siamo persone molto introverse e sensibili e crediamo che questo emerga nettamente dalle nostre composizioni, caratterizzate da momenti di buio e luce, cupe e tese deflagrazioni e momenti di respiro, potenza e delicatezza. Siamo cresciuti ascoltando il progressive dei Van Der Graaf Generator e certa new wave oscura anni ‘80, ma sono gli anni Novanta ad averci regalato i grandi amori. Siamo particolarmente appassionati di post rock e trip hop, amiamo le contaminazioni elettroniche e la sperimentazione, senza confini di genere. Radiohead, Isis, Massive Attack e Massimo Volume le nostre bands preferite, encomiabili per ricerca sonora, stile e aperture musicali.
- A&B -
Quali strumenti e trucchetti elettronici avete utilizzato per il disco?
- Parsec –
Il disco è stato registrato interamente a presa diretta, ovvero suonando “live” tutti i brani. L'idea era quella di far coesistere suoni naturali, non eccessivamente lavorati in fase di mixaggio, e la potenza che ci contraddistingue. Proprio per questo è stato utilizzato un vecchio registratore a bobina combinato a sua volta con mixaggio su banco analogico. L’ editing sui pezzi è stato praticamente inesistente, il che ha conferito al disco una genuinità davvero invidiabile.
Tutto questo è avvenuto in un meraviglioso studio ricavato dentro la stalla di un casolare di fine '800, immerso nella tranquillità della campagna bolognese. E’ stato veramente determinante allontanarsi per un po' dalla città e dalla vita di tutti i giorni.
Il “trucchetto” in studio che ci ha maggiormente colpito è stato il “reamping” ovvero il “riampaggio”, effettuato in seguito alla presa diretta degli strumenti più fragorosi (basso/sintetizzatori). Il tutto è avvenuto “rilanciando” la traccia registrata in presa diretta dentro 2 amplificatori, uno da chitarra per i distorti e uno da basso per i puliti.
Chi fosse particolarmente interessato alla strumentazione nello specifico la trova descritta in dettaglio sul nostro blog: http://parsecbo.wordpress.com/
- A&B -
Le registrazioni sono eccellenti, quanto è stato utile avere l’aiuto di un fonico esperto come Bruno Germano ed in generale il supporto di un’etichetta?
- Parsec –
I consigli di Bruno sono stati fondamentali, in primis l'idea di suonare il disco a presa diretta ha mutato notevolmente la visione che avevamo dello “studio di registrazione”. E’ presto diventato un luogo genuino, in cui divertirsi e interagire tutti insieme. Come capirete siamo molto lontani dalla classica situazione in cui ogni membro della band entra in studio e registra su una base già preparata. Siamo grati a Bruno per averci aperto gli occhi ed averci reso consapevoli del nostro valore. Siamo enormemente soddisfatti dalle registrazioni, trasudano veramente energia e oscurità.
Insomma per noi è stata un' esperienza davvero fantastica. Ringraziamo di cuore la Mocambo Records che ha visto in noi una bella speranza e ha reso possibile tutto questo; non è davvero facile ricevere un supporto così forte e costante, noi siamo stati molto fortunati.
- A&B -
È difficile muoversi nel mondo della musica, anche per quanto riguarda le performance live, quando si propone un genere simile?
- Parsec –
Fortunatamente siamo a Bologna, città musicalmente aperta e ricca di strutture importanti come Covo Estragon e Lokomotiv che ogni anno propongono concerti fantastici. Certo è sempre più difficile ritrovare molta gente ai concerti di musica indipendente. Noi ci riteniamo privilegiati nel proporre qualcosa di diverso rispetto all’indie ormai dominante fra i gruppi di nostri coetanei, sta poi alle persone ascoltarci e giudicarci, amarci come odiarci.
- A&B -
Sono un grande fan di band come Isis e Tool ed ascoltando il vostro lavoro sono rimasto profondamente colpito dalla maturità che trasuda: davvero non è così lontano dai livelli di questi grandi nomi! Vi sareste mai aspettati di fare un simile salto di qualità? Che progetti avete per il futuro? C’è dell’altro materiale pronto per essere registrato?
- Parsec –
Ti ringraziamo ancora, le tue sono veramente parole importanti che ci lusingano. Sappiamo quello che valiamo, piano piano ci stiamo costruendo una maturità invidiabile, e questo passa soprattutto in chi non ci conosce e ci approccia per la prima volta. Abbiamo lavorato molto sottotraccia, instancabilmente. I pezzi dell’EP sono il frutto di un lavoro certosino e lungo, che ci ha visti per circa un anno continuamente confrontarci sul sound, su scelte sonore e sulla strumentazione da utilizzare. Questo ci ha consentito di curare tutto con grande attenzione e di trovare quella compattezza che a nostro parere fa la bellezza di un disco musicale. D’altronde siamo un gruppo molto unito, ognuno di noi si sente fondamentale ed è insostituibile. Ma c’è sempre da lavorare. Possiamo migliorare ancora molto. Per questo stiamo continuando a suonare, a vedere concerti, a ricercare contatti e possibilità di confronto con altre bands e altre realtà. Nello specifico ora stiamo cercando un booking per cominciare a suonare regolarmente in Italia ma non solo, promuovendo il nostro ultimo EP Reset, in uscita a fine giugno. Realizzeremo presto un video. Contiamo insomma di crescere sempre di più. E’ in preventivo la pubblicazione di un LP fra circa un anno. Abbiamo molti pezzi da parte e alcuni promettono davvero bene.
- A&B -
Credo che alcuni pezzi come “Goya” e “Zenit” possano essere potenziati ed espansi ulteriormente, hanno delle potenzialità enormi e non sfigurerebbero con minutaggi ben più alti. Il post rock è spesso sinonimo di lunghe fughe dallo spaziotempo (penso ad esempio a Panopticon), avete preso in considerazione l’idea di rivedere alcune canzoni e magari dilatarle e renderle ancora più stranianti? O preferite mantenere forte la robustezza ritmica delle composizioni?
- Parsec –
Preferiamo mantenere la robustezza ritmica delle composizioni. “Goya” e “Zenit” sono pezzi davvero forti e funzionali proprio perché si pongono un limite. Non sarebbero quello che sono espansi. Vogliamo dare la possibilità a tutti di ascoltarci ed apprezzarci, non siamo i Godspeed You! Black Emperor che possono giustamente permettersi di fare quello che vogliono. Pur amando il genere abbiamo i piedi per terra insomma, lavoriamo prima di tutto a canzoni che abbiano un’immediatezza, aspetto invidiabile considerando la proposta musicale a cui ci ispiriamo.
- A&B -
Cosa passa nelle vostre cuffie in questo periodo?
- Parsec –
Molta roba derivativa uscita quest’anno : Aucan, Anna Calvi, Wild Beasts, Esben And The Witch. Per il resto Ultravox ma anche Primal Scream, Piano Magic e Nine Inch Nails.
- A&B -
Ragazzi, è stato un piacere. Spero di aver presto nuovo materiale da parte vostra perché siete una delle realtà più interessanti della musica italiana.
- Parsec –
Grazie a te. Un enorme ringraziamento anche a tutti quelli che continuano a seguirci con dedizione e passione.