I Killer Be Killed sono un intrigante super-gruppo nato dall'alchimia tra Greg Puciato dei DEP e Max Cavalera dei Soulfly, che già nel 2011 avevano dato una forma embrionale a queste canzoni, alla quale si sono in seguito aggregati Troy Sanders dei Mastodon e Dave Elitch (ex Mars Volta, nel non entusiasmante Octahedron). Il disco è stato ben accolto dalla critica e anche ad un primo ascolto appare evidente che i quattro musicisti abbiano trovato una loro notevole intesa: le canzoni suonano perfettamente naturali, scritte con grande facilità e felicità. Le tre menti di Puciato, Cavalera e Sanders devono aver trovato un loro connubio armonico quasi miracoloso per riuscire a costruire baraonde metalcore così perfettamente a fuoco, con tanta melodia quanta secchezza ritmica, immediatezza strutturale e ricchezza d'intrecci sonori. In alcuni passaggi il disco è veramente irresistibile: “Save The Robots” ha una messa a fuoco invidiabile, suona spontanea ma senza scadere nella faciloneria, è grezza e selvaggia ma costruita con sapiente visione d'insieme. “Snakes of Jehova” sa essere sanguigna e tormentosa senza perdere in icasticità. Il singolo e opening track “Wings of Feather and Wax” ha un ritornello che può apparire troppo catchy ma dopo pochi ascolti non potrete più farne a meno: la velocità e la perentorietà melodico-ritmica del brano si impossessano dell'ascoltatore, lo invasano. La sostenutezza dei ritmi è una delle chiavi di volta: “Curb Crusher” ad esempio vive di impennate molto groovy, “Fire to Your Flag” è una scheggia di adrenalina hardcore che avrei voluto sentire cantata da Scott Kelly, con cadenze isteriche più vicine a un' “Aqua Dementia” che a una predigerita “Spectrelight”. Essendo nato come un divertissement di tre grandi frontman, il disco cerca innanzitutto di mantenersi coerente al suo indirizzo di fondo: se confrontato ad esempio con gli ultimi singoli dei Mastodon, “High Road” e “Chimes At Midnight”, appare nettamente più godibile e divertente, senza calcoli per suonare non-troppo-prog, non-troppo-sludge, non-troppo-post, eccetera. Killer Be Killed è un disco profondamente genuino, è l'ora d'aria di musicisti pieni di impegni che volevano tornare a fare qualcosa di cazzuto senza che nessuno avesse da recriminare su qualcosa e soprattutto senza aspettative di mercato o da parte di fan esigentissimi. La presenza di tre cantanti assicura poi una serie di combinazioni vocali ad alto potenziale: il singolo ne è il manifesto programmatico con le strofe rugginose di Sanders a impattare con le melodie adamantine di Puciato; “Face Down” e “I.E.D.” incupiscono lo scenario con la rabbia di Cavalera in primo piano, mentre “Melting of My Marrow” esaspera il pathos con strofe trascinate e dense. Che dire poi di “Save The Robots”, intreccio fitto di timbri diversi. Questo gioco di alternanze funziona bene per tutti gli 11 brani. Un episodio leggermente dissonante nel marasma inarrestabile è “Twelve Labors”, dove i ritmi rallentano e le atmosfere si fanno soffuse, come in un lontano ricordo di “Thickening” dei Mastodon; ma il ritornello è puro hardcore e forse in questo si mostra anche il limite della band, bravissima a picchiare duro ma anche incapace di vere variazioni. Questo si riscontra ancor più facilmente nella conclusiva “Forbidden Fire” che cerca stucchevolmente atmosfere sulfuree, troppo distanti dal clima dell'album. Insomma, Killer Be Killed è un agglomerato di canzoni per nulla ragionato e progettato, suona soprattutto istintivo e feroce, ma essendo questo l'intento del gruppo si può tranquillamente dire che l'obbiettivo è raggiunto. Raramente ho sentito produzioni di ambito metal così fresche e immediatamente godibili: anche i Dillinger con il passare del tempo si sono impelagati in strutture caotiche, inutilmente ambiziose, poco coese. Qui siamo al punto diametralmente opposto: la coesione è massima, cosa non da poco per tre pesi massimi come i qui presenti, ma forse la longevità del prodotto non sarà straordinaria. 70/100
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Greg Puciato: voce, chitarra Anno: 2014 |