Rock'n'Roll, rockailly, rockin’ blues, soul, swing e jazz confluiscono in questo calderone incandescente, ma il risultato non suona affatto disomogeneo o eccessivamente citazionista: nonostante si vada a ripescare in generi datati e scollegati rispetto all’attuale scenario, ciò che alla fine esce dalla centrifuga è assolutamente contemporaneo, godibile e convincente. L’operazione è quantomeno antistorica: riproporre timbri e sonorità anni ’50, riplasmandoli però secondo forme canzone agili ed in sintonia con il pop rock, filtrato in chiave ironica, scanzonata. Insomma, una meraviglia! Paradigmatica in questo senso è “Thinking Man's Woman”; una fusione mirabile di strutture rock'n'roll, ritornello di fuoco, linee di contrabbasso tostissime, sfumature jazzate ed una bagarre Punk schizoide a sublimare il tutto. Eco di Dead Kennedys si possono cogliere anche nella conclusiva “Scusate Seppuku”, tagliente e cupa come una vacanza in Cambogia. Altri portenti sono l’incipitaria “Black Cat” e “Doing Just Fine”: ritmi sostenutissimi, singhiozzi starnazzanti di sax e focose parti di chitarra si danno battaglia in un martellamento dionisiaco. Freschissime, sanno coinvolgere ed emozionare come il punk rock pur spostando il focus su timbri quantomeno retrò. Sul versante opposto, eleganti ballate come “Sister Moon”, romanticheria d’altri tempi, e “Fridgelight Becomes You” meravigliosa divagazione jazz, danno l’idea del livello qualitativo dell’opera e soprattutto della gamma di sfumature nella tavolozza dei Kamikazes. I quattro si muovono con disinvoltura tra gli scenari più vari, infatti il disco esplora una serie di gradazioni tra i due estremi suddetti. Rallentano i ritmi in “Roll Roll Roll”, giusto per regalare una prestazione vocale di una bellezza d’altri tempi, ma che non sa mai di muffa, non sembra vecchia. Stesso discorso per “Good Man”, classicamente anni ’50, ma rivitalizzata dall’organizzazione sapiente della struttura del brano che tra stacchi ed accelerate non annoia mai. “Lost In Austin” e “Curandera Mama” sono filastrocche scioglilingua d’un rock strombazzato, frenetico e divertente, con il sax in primo piano a dialogare senza sosta con la chitarra roca e il canto inarrestabile del deus ex machina Macfarlane. Completano il quadro, lo swing scatenato di “Straight Outta Leftield” e “You Aint Girl” e la vivace cover di “Kiss” di Prince. Tora! Tora! Tora! (Tora!) è un album che sa ripescare dal passato per riproporre in chiave attuale stilemi ormai superati, addensando in 37 minuti una quantità impressionante di generi e rimescolando il tutto in una forma organica, produttiva e soprattutto godibilissima, spassosa ed energica. In pratica un miracolo! 80/100
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Andy Macfarlane: Voce e chitarra Anno: 2011 |