Questo è il 33 giri che dimostrò a tutti quali fossero le capacità di David Lee Roth fuori dal suo gruppo madre. Dopo il divertissement "Crazy From The Heat", il singer capisce che deve mettere in piedi una band in possesso di un archetipo qualitativo analogo a quello forgiato fino a quel momento con i Van Halen. Deciso a fare le cose seriamente, riunisce veri e propri virtuosi dello strumento: i funambolici Steve Vai (chitarrista che aveva lavorato in precedenza con Frank Zappa, PiL e Alcatrazz) e Billy Sheehan (bassista proveniente dai Talas e che, per un breve periodo, aveva militato anche nei britannici UFO), lo sconosciuto ma altrettanto eclettico batterista Gregg Bissonette (che vantava collaborazioni con Gino Vannelli e il bassista fusion John Patitucci), ai quali affianca una manciata di ottimi turnisti. L'album colpisce nel segno: non soltanto sfonda, ma primeggia largamente anche sul contemporaneo lavoro dei fratelli olandesi, "5150", molto vicino ad un morbido synth-heavy-melodico che non convince affatto i fedelissimi di vecchia data (pur acquisendo una nuova fascia di sostenitori). Sebbene duri poco più di 30 minuti (come i primi lavori dei vecchi compagni d'armi), questo disco contiene una così estesa varietà di stili musicali, da coprire agevolmente l'ampio range che separa il pop dalla musica dura, soddisfacendo, così, una schiera di affezionati oltremodo estesa ed eterogenea. Il tutto è sublimato da una produzione impeccabile ad opera di Ted Templeman, che aveva prodotto tutti gli album dei Van Halen fino a quel momento pubblicati (abbandonati proprio per seguire il frontman). Il duo Vai/Sheehan propone un'efficace sincronizzazione tra complicate linee di basso e funamboliche parti di chitarra solista, creando una miscela - pare incredibile a dirsi - ancora più esplosiva di quella proposta anni prima dallo tsunami Eddie. In un colpo solo, l'album appare aggressivo, allegro, spensierato e professionale, sublimato da una copertina variopinta e multiespressiva che diviene ben presto uno standard iconico. "Yankee Rose", un omaggio ironico alla Statua della Libertà, dove Vai fa addirittura ridere sguaiatamente la sua chitarra, è un successo sia in radio, sia su MTV, entrando nella Top 20 di Billboard; l'altro singolo, "Goin' Crazy!", una sorta di pop con sporadiche connotazioni hard, raggiunge il numero 66 nella classifica Hot 100 di Billboard. E se con “I’m easy”, viene ripreso il discorso intrapreso nell'EP d'esordio, le fulminee “Elephant Gun” e "Shyboy" (la seconda è una cover dei Talas), suonano come un monito diretto ai vecchi compagni di avventure, ricordando loro cosa sia l'heavy metal. Non è finita: “Big Trouble” e “Ladies’ Nite in Buffalo” regalano momenti di relativa pace, con ritmiche cadenzate, melodie suadenti, riffing ipnotici, "Tobacco Road" e "Bump and Grind" riportano l'asticella su livelli adrenalinici, “That’s life”, brano in precedenza portato al successo da Frank Sinatra, rappresenta il gran finale che sottolinea la volontà di divertirsi fino allo sfinimento. L'album fu inciso anche in versione spagnola, pubblicato con il titolo "Sonrisa Salvaje" (letteralmente "Sorriso selvaggio"), su suggerimento di Billy Sheehan, colpito da un articolo che asseriva che oltre la metà della popolazione messicana aveva un'età compresa tra i 18 e i 27 anni, un bacino di utenza perfetto per quel tipo di sonorità. A parte il cantato in lingua spagnola (Roth e le coriste ricantarono tutto ex novo con l'aiuto in studio di un tutor spagnolo, peraltro dopo aver cambiato alcuni versi controversi, allo scopo di non offendere la popolazione di lingua spagnola più conservatrice), la musica rimase invariata, così come il mix, fatta eccezione per il brano "Big Trouble", che si chiudeva in maniera diversa dall'originale. Secondo il bassista, l'album non fu ben accolto, giacché molte persone lo considerarono espressione di "gringo Spanish". Agli appassionati di David Lee Roth, si segnala l'articolo intitolato "Crazy For Dave", sempre a firma di chi scrive, in cui viene analizzata nel dettaglio l'intera discografia da solista del cantante americano. |
David Lee Roth – vocals, backing vocals tracklist |