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Iacampo
Flores

Pur essendo privo di connotazioni veementi o impetuose, l'ascolto di quest'opera ha avuto su di me il medesimo effetto di un colpo di fucile in piena notte.
Chi è costui, le cui musiche profonde e i testi intelligenti fanno mutare all'istante la mia iniziale decisione di pubblicare un veloce commento nella estemporanea rubrica "Recensioni in pillole" , facendomi deviare, invece, verso una più esaustiva (ed estesa) recensione di stampo classico?

La padronanza vocale di questo artista, la delicatezza esecutiva da egli profusa alla chitarra acustica e i suoi testi mai banali, mi fanno sospettare trascorsi di un certo spessore.

E così è, infatti: in rete scopro che il veneto Marco Iacampo vanta esperienze in gruppi indie rock/pop quali "Lex Nigra" e "Elle", con i secondi dei quali arrivò a vincere l'edizione '97 del concorso trevigiano "Ritmi Globali" e, l'anno successivo, la nota rassegna "Arezzo Wave". Successivamente, l'artista ha allungato il passo verso la carriera cantautorale, dando vita al progetto "Goodmorningboy", con musiche e testi da lui composti. Pubblicati due CD e un EP, egli sarà il primo italiano ad essere ospitato nella trentennale trasmissione “Zund Funk” della radio Nazionale Bavarese. Più recentemente, usa i propri nome e cognome comparendo con la canzone “Che bella carovana” nell'album “Il Paese è reale” (antologia promossa dagli Afterhours che raccoglie artisti indipendenti) e pubblicando i lavori solisti “Marco Iacampo” del 2010 e "Valetudo" del 2012.

Oggi si presenta con una nuova fatica dal titolo "Flores", facendo leva soltanto sul suo cognome, muovendosi ottimamente nella compagine cantautorale di interiore vocazione.

Procedo per sensazioni, nel recensire quest'opera, la prima delle quali mi riporta ai primi tre bellissimi lavori di Fabio Concato ("Storie di sempre", "Svendita Totale" e “Zio Tom”, pubblicati a cavallo tra i '70 e gli '80), ove venivano profuse musiche e parole di stampo malinconico, spesso eseguite per sole voce e chitarra.

La musica qui recensita è intrisa di medesime, raffinate, intime ascendenze.

Arrangiamenti sopraffini di natura minimilista, mai riduttivi, conditi occasionalmente di suoni e colori e sapori non sempre soltanto italici, mai ostentati, accennati con rara maestria, sempre con vocazione leggera, delicata, quasi soave, avvolgono un voce calda e magnetica che sa comunicare emozioni, spingendo al raccoglimento.

Rispetto al richiamato Concato, Marco Iacampo percorre a livello vocale tonalità meno acute, mentre sul piano lirico egli è certamente privo di quella ironia surreale presente in pezzi come “Dean Martin”, “Zio Tom”, “Pappafico”, ma conserva il medesimo potenziale comunicativo in bilico tra coscienziosa nostalgia e serena ponderatezza. In tal senso, “L'effetto che fa” e "Biancavela", sono oltremodo rappresentative di questa blasonata influenza, sublimata, peraltro, da magistrali prestazioni al sassofono e al contrabbasso.

L'influenza esercitata dal cantautore milanese non è ovviamente onnipresente. Fanno infatti eccezione “Palafitta”, che presenta contestualizzate influenze di altre culture, segnatamente africane, e “Flores”, brano vocale ma senza testo, che unisce a queste ultime suoni che paiono provenire dall'estremo oriente. “Pescatore perfetto”, unico strumentale dell'album, è un archetipo dell'eccellenza acustica per sola chitarra mentre “Nuovissimo bestiario veneto”, con il suo ritornello sbarazzino ma carico di potenziale, potrebbe tranquillamente scalare le classifiche nostrane.

Finisco (l'ennesimo) ascolto e osservo la (fin troppo) scarna edizione promo che è giunta in redazione: “ecco un esempio di musica di qualità”, mi sorprendo a pensare, "che si fa fatica a togliere dal lettore".

Mi stupisco per la seconda volta: non ho mai dato un voto così alto ad un prodotto cantautorale, genere che difficilmente riesce a stupire uno come me, che naviga tra la sontuosità del prog barocco, le asperità del jazz improvvisato, la ruvida attitudine del metal più aggressivo.

Devo intervistare questo tizio.

 

Voto: 92/100


 

Marco Iacampo: Chitarra, voce
Enrico Milani: Violoncello
Paolo Lucchi: Sax
Daouda Diabate: Ngoni
Leziero Rescigno: Percussioni
Nicola Mestriner: Elettronica

Anno: 2015
Label: Urtovox Rec
Genere: Cantautorato

Tracklist
1. Pittore elementare
2. Palafitta
3. Ogni giorno
4. Santa Clara
5. Bestiario
6. Pescatore
7. Come una roccia
8. Come una goccia
9. Due due due
10. L'effetto che fa
11. Biancavela
12. Flores



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