Home Recensioni Live 2days Prog + 1 - Veruno, 3-4-5 settembre 2021

2days Prog + 1
Veruno, 3-4-5 settembre 2021

Veruno (Campo sportivo di Resiliate), 3-4-5 settembre 2021 - 2Days Prog+1 - Ver1Musica

Devo ammettere che dopo due anni di lockdown le ore di macchina per andare e tornare da Veruno sono state emozionanti. Andava in scena la 13° edizione del "2day+1" festival di musica progressive: tre giornate di musica in libertà organizzate dalla associazione Ver1 Musica.
Purtroppo ho perso la prima giornata di Venerdì ma sia Sabato che Domenica ero li, presente, orgoglioso del mio green pass puntualmente e correttamente controllato dalla organizzazione a cui va un plauso: mettere in piedi una kermesse come questa, in un periodo come questo, è stato fantastico, e se poi si considera che il tutto è stato supportato solo dagli sponsor ("cioè "a gratis" per noi "pubblico") si può parlare di miracolo. Da giovane facevo ben altre pazzie che 180 chilometri per andare a sentire musica, dovendo anche sborsare parte dello stipendio per acquistare il biglietto (mi ricordo di una mitica trasferta "toccata e fuga" a Londra per tre ore di Jethro Tull, uno dei ricordi che mi accompagna e mi accompagnerà sempre).
Ed il coraggio e sforzo organizzativo è stato ripagato, la gente era tanta ed attenta, tutti intruppati nei propri posti designati ma liberi di sbracciarsi ed esaltarsi fino all'una di notte...
E veniamo alla musica.

Prima serata
, purtroppo mancata, con Rosenkreutz, Goblin Rebirth, Metamorfosi e Le Orme.

Seconda serata
: The Winstons, The Trip, Il Rovescio della medaglia e Banco del Mutuo Soccorso.
Dopo l'apertura quasi pomeridiana del sound dalla vena  "Canterbureggiante" dei The Winstons, arrivano tre band storiche che, anche se con formazioni rinnovatissime (Il solo Sinnone nei The Trip, il solo Vita nel Rovescio ed il solo Vittorio Nocenzi con l'ex "chitarra giovane" Filippo Marcheggiani nel Banco) ancora emozionano suonando non solo tecnicamente in modo ineccepibile ma anche riconciliando il pubblico con il gusto di suoni diretti, autentici, non filtrati e di testi che toccano  sentimenti mai sopiti.
Bella la performance rock-jazz-prog dei The Trip (sempre perfetti ed equilibrati) che hanno riproposto un ancora moderno "Caronte" nella metafora dell'avversione al "politically correct" ed al "pensar bene" rispetto ad un'esaltazione del rompere gli schemi per progredire. Mi è piaciuto soprattutto l'approccio filologico che ha prediletto la conservazione dello spirito e dell'arrangiamento originale del disco e l'adattamento e ricerca dei suoni sfruttando le possibilità dell'odierna tecnologia.
Dopo la performance dei The Trip, ho trovato bella l'idea di mettere in sequenza sullo stesso palco il dicotomico dibattito religioso che imperversava nella cultura degli anni settanta e che ancora non si è risolto completamente: Creazionismo o Evoluzionismo?
Ed ecco quindi il Rovescio della Medaglia che propone tutto l'album di esordio "La Bibbia" e subito a seguire il Banco del Mutuo Soccorso che risponde suonando la maggior parte dei brani di "Darwin", due album che hanno fatto la storia del progressive italiano e non solo. Il Rovescio coraggiosamente apre con la cacofonica “Il Nulla”, brano il più distante possibile dai canoni estetici della musica odierna: chitarra distorta e richiami al rock che fu, per aprire poi a tutti gli altri brani del concept tra i quali “La creazione” e “Sodoma e Gomorra”. Un prog-rock ancora intenso, ben suonato, con un Vita ancora all’altezza della situazione (molto belli i tocchi e gli assoli Hendrixiani). Chiude la performance “Il Diluvio” che ci riporta al caos del “Nulla” evocando il rumore dei temporali …
Musica suonata benissimo e piena di ricordi, ma anche attuale come tematiche affrontate, quasi che ancora non si sia riusciti a scegliere se siamo stati creati o se ci siamo formati da soli.
A seguire, ottimo, il Banco del Mutuo Soccorso che ha contrapposto ai brani della Bibbia la sua potente visione darwiniana del mondo, una "Evoluzione" che parte da microorganismi e cresce, diventa rettile ("La danza dei grandi rettili"), poi "Conquista la posizione eretta" e  diventa uno scimmione che si innamora di un suo simile, anche se diverso da lui, più completo ("750.000 anni fa, l'amore"). Ed ecco la scoperta che solo mettendosi con gli altri, facendo gruppo, avrebbe potuto superare le difficoltà e sopravvivere: la scoperta che occorre essere "Cento mani e cento occhi"... Fantastico.
Ed ovviamente non sono mancati estratti da "Transiberiana", l'ultimo disco della band che, guarda caso, parla ancora di un viaggio, un viaggio evolutivo nel proprio intimo... 
Ottimo l'impatto sonoro e menzione particolare va al cantante che si è destreggiato sia come intonazione che come "altezza" delle note raggiunta anche se, ovviamente, senza l'inarrivabile timbro di Di Giacomo che ci mancherà sempre. L'altro amico assente, Rodolfo, era presente nelle chitarre del suo delfino Marcheggiani ed in ogni caso nella mente di ognuno sul palco e nel pubblico.
Un rammarico lo devo però confessare, ho trovato fuori luogo il siparietto organizzato durante la performance per il compleanno del cantante ed ho anche trovato un po' lungo l'intervento "messianico" di Vittorio per presentare il libro "Nati liberi" sulla storia del Banco (libro peraltro interessantissimo che recensisco in un articolo a parte).
Tra Rovescio e Banco notevole l'intervento al piano mezza coda di Gianni Nocenzi che ha suonato parte del suo album "Miniature" ed alcune improvvisazioni anche su temi del repertorio del Banco. Forse il tipo di musica proposta avrebbe avuto maggior risalto in un ambiente più raccolto ma capisco la difficoltà organizzativa in tempo di Covid. in ogni caso ascolto "complesso" ed impegnativo ma performance eccellente per chi l'ha voluta ascoltare. Troppi in effetti quelli che avevano bisogno solo di decibel ed urla.

Terza serata
: Il Porto di Venere, Alberto Fortis, l'omaggio a Bacalov e Osanna 50.
Apre il nuovo combo formato dall'ossatura Moongarden (Cristiano Roversi e Maurizio di Tollo, anche ex dei Maschera Di Cera e Finisterre) che, a parte qualche eccezione, ha proposto una musica in forma canzone, di immediata fruizione, semplice ma non banale. Ci ho sentito echi cantautorali illustri, da Guccini e Dalla, da Lolli a Fossati. Musica evocativa che pone molta importanza ai testi spesso introspettivi. Il suono è raffinato, gli arrangiamenti eccellenti, orientati all’acustica anche se i momenti più apertamente rock ci sono stati, eccome! Un suono a cavallo tra prog e canzone d’autore, interessante.
Segue Alberto Fortis che mi ha sorpreso; incerto all'inizio la voce si è man mano scaldata ed è quasi tornata ai timbri ed ai falsetti della sua giovinezza. La cosa notevole è stata una scaletta lunga ed esaustiva dell'intera carriera del cantante, suonata in acustico col piano mezza-coda e l'orchestra del settembre musicale verunese ad accompagnare con arrangiamenti molto curati. Mi aspettavo poco invece forse è stata la cosa che più mi ha emozionato (e come non farlo ascoltando brani come "La sedia di lillà", "Il duomo di notte", Settembre" ...). Non musica progressive ma l'emozione é arrivata.
E' il momento dell'Omaggio a Bacalov, pianista, compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore famoso per le sue colonne sonore che ha collaborato negli anni settanta a progetti di contaminazione tra classica e rock-prog. Si è rivisto sul palco "Il Rovescio della Medaglia" che assieme all'orchestra del settembre musicale verunese ha riproposto integralmente l'album "Contaminazione", progetto riuscito di combinazione di rock e musica colta molto ricercata negli anni settanta. In questo caso si trattava di Bach e del suo Clavicembalo ben temperato e la magia è rimasta tutta, i brani si snocciolano uno dopo l'altro dimostrando che il tempo non li ha fatti appassire. Anche il rischio di cadere nella tentazione del solo virtuosismo è stato evitato, la musica e le armonizzazioni sono risultate fresche e coinvolgenti nonostante la buona dose di sperimentazione che sottintendono. Bravi.
Di seguito, l'orchestra ha anche accompagnato gli Osanna nell'esecuzione della colonna sonora del film "Milano calibro 9", dalla penna noir dell'immenso Giorgio Scerbanenco, impreziosita sul grande schermo da immagini del film. Una musica ancora una volta non propriamente prog ma pienamente il linea con le necessità di seguire e caratterizzare delle immagini, densa di sfaccettature di mistero ed organizzata in 10 brani di cui alcuni variazioni dei temi principali. Bella esecuzione, cito per tutti il "Preludio" con tastiere e flauto a creare un'atmosfera di pathos crescente alla Morricone. Mi è venuta voglia di andare a rivedere il film.
Per completare l'affascinante viaggio di Bacalov mancava solo il "Concerto grosso" dei New Trolls ed ecco quindi l'omaggio, sempre degli Osanna, che hanno suonato due movimenti (l'adagio e l'allegretto) in assenza dell'annunciato De Scalzi che purtroppo non è riuscito ad intervenire per problemi personali. Fantastico.
Finito l'omaggio è iniziato il concerto vero e proprio degli Osanna 50. Devo ammettere una mia colpa: pur conoscendoli era la prima volta che li vedevo dal vivo. La performance mi ha confermato la loro bravura e raffinatezza, forse un pochino autocelebrativi perché sanno di essere bravi ed amano guardarsi ed ascoltarsi. Una musica "sceneggiata" che mescola rock-prog-folk e mediterraneità napoletana. D'altronde il 50 si riferisce ai cinquanta anni dalla pubblicazione del loro primo album ("L'uomo") ed in tutti questi anni, a momenti alterni, sono riusciti a rimanere un "mito" sia per la cura dell'immagine (volti dipinti, vestiti druidici, uso di una simbologia evocativa) che ne ha mantenuto intatta la riconoscibilità e ha facilitato una contaminazione con la sperimentazione visiva cinematografica (a breve il docufilm “Osannaples”). La scaletta ha proposto sia brani storici, anche da "Palepoli", forse il loro disco prog migliore, sia brani inediti e degli anni recenti.

Una bella rassegna, ben organizzata, ben gestita ... un motore che è ripartito e che non ci lascerà mai soli.







Data: 3-4-5/09/2021
Luogo: Veruno
Genere: Festival Prog





Foto di Alberto Rho


Foto di Alberto Rho

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