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Metallica
Beyond Magnetic

Per usare un eufemismo, ai fan dei Metallica - Lulu non è piaciuto. Stavolta la situazione era più grave del solito: va bene vivacchiare per tutti gli anni ’90 su un disco bello, ma non così stupendo, come il Black Album, va bene dare espressione musicale alla ripugnanza con St. Anger, ma un disco di metal senile con un vecchietto che ci vaneggia sopra era troppo anche per i pazienti fan dei Four Horsemen. In un simile scenario, il disco del 2008 era arrivato come manna dal cielo: una copia spudorata di quanto fatto negli anni ’80, ma per lo meno una copia ben fatta, curata, ascoltabile. Un disco di questo tipo era il male minore, ovviamente escludendo la cessazione dell’attività in studio (manovra commercialmente suicida e quindi esclusa a priori), ed i fatti del tardo 2011 stanno proprio lì a dimostrarlo. Una band creativamente bollita come i ‘tallica non può permettersi sperimentazioni, può solo seguire il copione che ha sempre recitato e conosce bene. D’altra parte, è un loro diritto riproporre formule musicali che sono stati loro stessi ad inventare. Faceva un po’ sorridere risentire in “That Was Just Your Life” i pattern ritmici di “Blackened”, o in “The Day That Never Comes” le melodie agrodolci di “Fade To Black”; ma era un sorriso che non poteva essere troppo severo, se non altro per i dolci ricordi che quelle note riportavano alla mente. Una copia di un’opera stupenda non sarà mai una schifezza; certo, è criticabile l’intenzione, il valore artistico non è paragonabile a quello dell’originale, ma non si può stroncare una buona opera di artigianato musicale che si ispira a ciò che di grande un artista ha saputo fare in passato. Insomma, non si poteva parlare di un disco memorabile, ma eravamo ben lontani dal profondo sconforto di St. Anger. Un buon regalo per i fan fedeli.

Fatta questa premessa, è facile capire cosa sia passato nella testa di Hetfield e soci quando hanno visto l’accoglienza riservata a queste quattro outtake di Death Magnetic in occasione dei concerti tenuti a San Francisco per celebrare i trent’anni (!) di carriera della band:
“Ok, siamo stati massacrati per Lulu, ce la siamo cercata, ora dobbiamo riconquistarci subito la fiducia dei fan altrimenti il prossimo disco sarà un fiasco colossale. Questi brani sono piaciuti molto ai concerti, perché non farne un bell’EP?”
Detto - fatto, il disco viene pubblicato il 13 dicembre su iTunes e vende un buon numero di copie; pace è fatta tra la band ed i suoi fan. Ora resta da giudicare il valore dei brani: il fatto che siano gli scarti di un disco dignitoso, ma di certo non entusiasmante, non facilita l’ascolto senza pregiudizi. Fin da subito vengono confermate le aspettative: si tratta del solito stile Metallica, un thrash tutto giocato su riffoni granitici, stacchi e ripartenze furibonde, melodie epiche. Insomma, le solite cose che tanto sono piaciute in questi trent’anni.
Ovviamente le tutte le recenti produzioni dei Metallica non possono competere con il metal attuale, ma è sbagliato a prescindere fare un confronto; sono anacronistiche, fuori dal tempo. Sono un inno al passato, un’operazione nostalgica (oltre che commerciale) per persone che non vogliono staccarsi magari da una giovinezza vissuta al ritmo di “Master of Puppets” o “Moterbreath”. L’interesse di un critico per brani simili è nullo: non c’è niente di nuovo da descrivere.

Impossibile tuttavia non spendere due parole per quanto di buono è stato fatto da questa band: a distanza di decenni la potenza e la carica emozionale della sua produzione maggiore è più viva che mai. I ragazzini che iniziano oggi ad ascoltare metal passano obbligatoriamente per l’altare dei Metallica, tappa imprescindibile nel percorso conoscitivo di questo tipo di musica. Dei Metallica si può dire questo: sono stati un ingranaggio fondamentale di una macchina musicale che ha poi proseguito la sua marcia, senza che loro fossero in grado di tenerne il passo; ma probabilmente senza quel formidabile ingranaggio, il motore roboante del metal non avrebbe raggiunto gli stessi risultati.

Inutile parlare di questi brani; sono semplicemente il nuovo tributo della band al suo gloriosissimo passato. Possiamo biasimarli per questo? Io credo di no.

60/100


James Hetfield: Voce, chitarra ritmica e chitarra solista in “Just a Bullet Away”
Kirk Hammett: chitarra solista e chitarra ritmica in “Just a Bullet Away”
Robert Trujillo: Basso
Lars Ulrich: Batteria e percussioni

Anno: 2011
Label: Vertigo Records
Genere: Thrash Metal

Tracklist:
01. Hate Train
02. Just a Bullet Away
03. Hell And Back
04. Rebel of Babylon

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