Il titolo di un’opera è spesso il primo elemento chiarificatore dei contenuti della stessa.
Il secondo disco dei Di Viola Minimale (a meno di due anni di distanza dall’esordio) è in questo senso esemplare. Musica ed emozioni “ai margini”, 8 brani di grande intimità che sembrano nati a cavallo tra la notte ed il giorno, pennellate di end of the night in cui i primi raggi del sole filtrano solo a tratti tra le ombre bluastre (“La plenitudine del momento”) di un Post Rock introspettivo e labirintico (“Ingegni”). Il disco d’esordio aveva già lasciato ben sperare, grazie ad alcuni episodi di musica "Post" particolarmente interessanti, che spiccavano in un semplice e gradevole contesto "Rock". Questo secondo lavoro abbandona decisamente la via del Rock d’impatto (forse anche per il radicale cambio di formazione) e si tuffa in un intimismo un po’ misticheggiante, ricco di anfratti cupi e senso di solitudine. I suoni sono plumbei ed intensi (“Maldestre e vanesie”), le atmosfere fumose (“Ai margini del silenzio”) si mescolano a melodie dolci-amare, dando vita ad un tessuto musicale piacevolmente malinconico (“Le cose che verranno”). Giusto parlare di narcolessia, sembra infatti di trovarsi in uno stato di confusione sensoriale, non è ben chiaro se si dorme o si è desti (e credo che nemmeno la band lo sapesse mentre registrava). Dal punto di vista strettamente compositivo sono stati fatti passi avanti: non si trovano brani particolarmente deboli, parole e musica scorrono senza intoppi. La voce di Cusumano, a volte incerta in passato, trova in questo nuovo contesto il suo habitat naturale e si mostra particolarmente espressiva e ficcante (“Trance ipnotica”). Le melodie si adattano particolarmente bene al mood apatico - cupo del disco, con il loro incedere svogliato e le sfumature a tratti rabbiose (“Mai veramente nati”); ll brano più bello però è “L'indomani della sconfitta”, strutturato in due parti. Questo è un lavoro che potrà anche risultare noioso a molti; non si tratta di musica divertente o d’intrattenimento, bisogna sapersi lasciare avvolgere da essa, abbandonare i propri sensi alle nenie ipnotiche della band, perdersi nella nebbia dei labirinti sonori dei Di Viola Minimale. 70/100
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Davide Cusumano: Chitarra e voce Anno: 2009 |