Era l'anno domini 1982 quando una band newyorkese, vestita in stila Conan il barbaro e nata solo 2 anni prima esordiva con un disco dal titolo Battle Hymns.
Questa band erano, anzi sono, i Manowar e dal quel lontano 1982 la band di Eric Adams ha avuto modo di conquistare milioni di defender in tutto il pianeta, portando nella case di molti quello che verrà di li a poco ribattezzato epic metal. Nel frattempo, tra decine di dischi, una credibilità sempre minore dovute ad uscite poco convincenti, una nuova line-up che vede il rientro del batterista Donnie Hamzik, la band newyorkese ha deciso di reincidere questo classico, ribattezzandolo Battle Hymns MMXI, cercando, a detta loro, di rendere giustizia a canzoni che all'epoca non erano supportate dalla dovuta produzione. Ok che i Manowar sono consapevoli di poter contare su uno zoccolo duro di fan che garantisce sempre loro un feedback sufficiente per giustificare un'uscita del genere, ma tutto sommato domandarsi se veramente questi brani necessitassero di un restyling è domanda quanto meno lecita. A parer del sottoscritto non c'era bisogno di andare a toccare classici del loro repertorio come "Death Tone", Metal Daze" e "Manowar", che erano perfette metal songs cosi, davano quell'idea di primordiale e istintiva di un gruppo giovane e con l'urgenza di esprimere il loro verbo metallico. Ok, adesso la produzione è indubbiamente al passo con i tempi e sopratutto in linea con le ultime uscite del gruppo e tutto sommato Eric Adams conserva intatta la sua grinta vocale, ma il lavoro di chitarra di Karl Logan sui brani ci è sembrato meno passionale e più distaccato di quello dell'epoca di Ross The Boss, la sezione ritmica alterna momenti di ottimo vigore ad altri meno incisivi, ma tutto sommato il tutto è accettabile. Altra punto interrogativo va posto sulla scelta di sostituire la voce narrante originale di Orson Welles con quella di Cristopher Lee in "Dark Avagnger" (che tra l'altro è tra i rifacimenti più riusciti della raccolta). Chiosando, Battle Hymns MMXI è un'uscita di dubbia utilità nel repertorio della band, che tra l'altro ormai manca da qualche anno con un disco di inediti, che forse farà la felicità dell'adepto della prima ora, ma che messa a confronto con la controparte originale perde quel feeling che avevo gli aveva consentito di entrare nella storia del rock duro made in USA. Se proprio volete investire i vostri soldi natalizi in una buona maniera, procuratevi il CD con le incisioni originali, che tra l'altro godono da anni del trattamento special price, non ne resterete delusi. 55/100
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Eric Adams: Voce Anno: 2010 |