Quando il Texano Trey Gunn uscì ufficialmente dai King Crimson verso la fine del 2003, il primo interrogativo aggiratosi tra le menti della maggior parte dei suoi estimatori riguardò le soluzioni musicali che avrebbe potuto sposare nell'avvenire.
Per ottenere una risposta pressochè definitiva sono occorsi circa tre anni, ma sembra essere quella definitiva e risponde al nome di Quodia, progetto musicale con molti punti di contatto con la mise-en-scène teatrale, sviluppato assieme a Joe Mendelson membro del gruppo avant-hip-hop Rise Robots formatosi negli anni novanta ma anche membro della Trey Gunn Band. Con la sua defezione dai King Crimson si sarebbe potuta ipotizzare una prosecuzione del suo percorso musicale ancora legata alla matrice ipnotica che ha reso caratteristico l'arpeggio della sua warr-guitar. Uno strumento, per quanti non ne fossero a conoscenza, relativamente simile al Chapman Stick che sfrutta il touchstyle, simile ad una comune chitarra elettrica ma caratterizzata dal maggior numero di corde, con un conseguente ampliamento dell'estensione, che raggiunge anche le 6 ottave nei modelli di maggiori dimensioni. Il numero di corde è variabile, da sette a quindici. Anche i pick-up sono personalizzabili, ad esempio i piezoelettrici, permettono di inserire sullo strumento delle elettroniche MIDI. Allo stesso modo è possibile personalizzare la scelta del legno, dai più comuni ai più esotici, in base alle determinate caratteristiche timbriche che l'artista richiede dallo strumento. Ecco perchè il ruolo svolto da Gunn è quello di vero one-man band. Non soddisfatto di doversi limitare semplicemente a suonare musica Trey Gunn ha sempre cercato di oltrepassare le tradizionali frontiere del suono, memore della lectio del suo grande insegnante Robert Fripp. In effetti anche nel precedente lavoro solista di Gunn, The Joy of Molybdenum (2000) era presente in embrione questa intenzione di cercare attorno spasmodicamente nella speranza di trovare nuove idee. Sin da quando Trey Gunn ha annunciato la sua intenzione di intraprendere un nuovo cammino con Mendelson per Quodia, la curiosità che maggiormente mi ha assalito era di osservare in quale luogo sonoro potesse ancora spingersi nel quale non fosse già stato. L'idea di un progetto incentrato sulla recitazione poteva infatti costituire un motivo di alienazione per una buona fetta del suo pubblico, questo perchè il percorso narrativo deve svilupparsi armoniosamente attorno alla linea musicale per riscuotere un buon successo e molti avrebbero potuto identificare in un elemento dispersivo la narrazione di Mendelson. Ed invece l'idea, l'intenzione sottostante a questo intenso The Arrow risulta estremamente intrigante nel complesso. Joe Mendelson sembra straordinariamente votato per capacità vocali e timbriche alla gestazione di un progetto di tale natura. Freddo, caloroso, dolce, invitante all'occorrenza sembra non dover compiere sforzi per rifulgere nella descrizione, capace di intrecciarsi armoniosamente alla costruzione sonora di Gunn mentre le storie si dipanano naturalmente. Musicalmente, Trey Gunn è più esposto mentre Joe Mendelson è impegnato ad aggiungere loops e textures. Chi ha una certa familiarità con le produzioni soliste di Gunn non sarà dunque sorpreso nel rinvenire reiterati loop ipnotici densi di ritmo ed intrecciati, come dimostrano più nitidamente The First Sign e After The Village. Sporadicamente, il fardello del recente passato nei King Crimson sembra fare timidamente capolino, soprattutto all'interno di una delle narrazioni più stringate Thick And Thorny, anche per la presenza in veste di guest del batterista Pat Mastelotto, già con Gunn nell'altro progetto parallelo accanto a Kimmo Pohjonen, KTU. Gunn ricompensa l'ascoltatore anche con il ricorso al genere di solo più capace di colpire dritti al cuore, quello per intenderci presente in brani quali The Deception Of The Thrush, la cui eco risuona in Chained. The Arrow è interamente punteggiato di notevoli collaborazioni, tra le più ragguardevoli spiccano senza dubbio quelle della grande pianista russa Regina Spektor, della raffinata artista Iraniana Azam Ali e del grande manipolatore delle percussioni Matt Chamberlain. The Arrow non è un ascolto semplice, immediato, ma è attraente, stimolante, un diletto per le orecchie di chi domanda qualcosa in più alla musica. E' un amalgama di linguaggi capace di suscitare piacere e sorpresa. Include inoltre un DVD destinato ad accompagnare visivamente la narrazione storico musicale dell'ascoltatore ed il 5.1 surround per quanti disponessero della dotazione audio necessaria alla fruizione. Infine è presente una opzione finalizzata a conoscere le interpretazioni fornite alle narrazioni da alcuni bambini. |
Trey Gunn: Voice, Touch Guitar Anno: 2007 |