Forti dei buoni riscontri di pubblico e critica avuti due anni or sono con l'album Straight To The Top, tornano i fiorentini Renegade, con un lavoro che farà sicuramente felici, i fan della prima ora e non solo.
W:A:R infatti, oltre che ad essere il loro terzo disco di inediti in 4 anni, ci da la possibilità di ascoltare 10 brani nel loro classico stile Heavy, con indiscutibili reminiscenze maideniane nell'opener "First Blood" oppure più vicine ai Judas Priest di inizio anni '80 con la monolitica "Masquerade", indurita da una ritmica cavalcante e l'utilizzo del doppio pedale da parte di Andrea Ammannati. Breve menzione a parte la merita la voce di Stefano Senesi vero clone (nel senso più positivo del termine) di Bruce Dickinson, capace di imbastire melodie davvero accattivanti e di esaltare anche il lato più epico della proposta dei "Renegade". Il disco funziona bene per tutta la sua durata, piazzando una dietro l'altro rocciosi brani che qualche volta si concedono anche un diversivo come nel caso dell'Hard Rock più moderno con "Wired" oppure in ballate evocative come in "Where Time Stands Still", dove si può apprezzare anche l'ottimo lavoro di chitarra per tutto il pezzo. Non c'è nemmeno il tempo di cullarsi queste dolce note che i 5 metallers toscani riprendono "la retta via" con brani come "Wild Day" e la più convincente "Burning Highway", altro episodio destinato per velocità e potenza di esecuzione, ad essere in must nei prossimi live della band; "No Reason In Love" invece, aperta dal pianoforte, è il secondo episodio rilassato del disco, ma meno convincente del primo. La title track mostra il lato più malinconico e appassionato della proposta dei Renegade (risultando anche il pezzo preferito del sottoscritto) mentre "Can't Stop The Fire" conclude il tutto da dove si era iniziato, concedendo l'ultima scarica elettrica prima della parola fine. W:A:R sostanzialmente è un disco che alla totale mancanza di originalità sopperisce alla grande con canzoni suonate e interpretate in maniera ineccepibile (risultando anche il migliore lavoro del combo mai realizzato), una vera colata lavica di Hard N' Heavy di chiaro stampo '80s con tutta la scuola britannica a fare da anello di congiunzione. Un lavoro che merita l'attenzione di tutti coloro che cercano del sano Heavy, punto e basta. 77/100
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Stefano Senesi: Voce Anno: 2010 |