Un puro e sentito omaggio al Rock degli anni '70, in tutte le sue sfacciettature e sfumature. Si potrebbe sintetizzare cosi Better tha Jesus, secondo album autoprodotto dai genovesi Fungus, se fossimo limitati con gli spazi e volessimo rendere l'idea della loro musica.
Nati nel 2002 nel capoluogo ligure, il quintetto fondato da Alejandro J. Blissett e Carlo ʻzerotheheroʼ Barreca arriva all'esordio nel 2004 con Careful!, per poi dedicarsi negli ultimi 3 anni all'attività live ed alla pubblicazione di un paio di EP fino a giungere a questo nuovo lavoro, in uscita a maggio (e prenotabile già da adesso sul sito ufficiale del gruppo). Better than Jesus è un lavoro plasmato su un Rock Psichedelico e Progressive, dove non mancano i classici trip Space di band come Hawkwind e Gong, il tutto mixato con splendidi assoli sospesi tra Blues e Hard Rock e piacevoli sfumature acustiche. Innegabile il grande appeal vintage dell'opera, fatta di lunghi passaggi strumentali e di parti vocali più spesso recitate che cantate, ma nel suo complesso il fascino profuso dalle 8 tracce proposte e alto, pur risultando un prodotto altamente indiretto. Non mancano nemmeno episodi Folk/Rock accessibili come "25 grams" dove aleggia lo spettro compositivo di Ian Anderson, ma la sensazione finale è che comunque questa raccolta sia più dedicata ai puristi di un modo di suonare ed interpretare il Rock che 35 anni fa riempiva gli stadi e che oggi per molti è superato. "Smoke" si snoda tra percussioni tribali e sussurati passaggi vocali, dove regna anche una buona verve melodica dettata dalla tastiera di Claudio Ferreri. Altri brani davvero buoni sono "Tanks...a lot", vicina a certe atmosfere poetiche dei primi Doors e la ballata "Eternal Mind", splendido esempio di Psychdelic Rock dove emergono con prepotenza le atmosfere siderali e spaziali dei Pink Floyd, con l'unica sostanziale differenza che il cantato di Massimo "Dorian" Ferrari ha un approccio indubbiamente più rude rispetto alla storica ed inarrivabile band di David Gilmour. Peccato solo per l'inciso Funk della conclusiva "Spammology", difficile da digerire in un contesto del genere e che sembra autoproclamarsi a riempitivo o nelle migliori delle interpretazioni, a frizzante e piacevole chiusura dell'album senza però incidere. Interpretare Better than Jesus come un plagio agli anni '70 sarebbe però riduttivo e sbagliato, perchè pur non essendo una band di valore assoluto i Fungus sono dotati di una personalità forte e viva, che tende ad omaggiare e reinterpretare senza nostalgia quella stagione musicale che di tanto in tanto riemerge con prodotti buoni e ricchi come questo. 73/100
|
Alejandro J. Blissett: Chitarre Anno: 2010 |