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Trevor
Sadist

Tra i gruppi nostrani più amati all’estero ci sono senza ombra di dubbio i Sadist. Il gruppo è reduce dall’ottimo successo di Season in Silence e da un tour nell’est europeo, ed è già pronto per tornare in pista questa estate. Per l’occasione abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere col loro frontman Trevor, che ci ha parlato di terre povere ma entusiaste e di come Steve Harris non ha più il fisico e l’età per giocare a calcio. Buona lettura.

Tommy Talamanca: Chitarra e tastiere
Andy Marchini: Basso
Alessio Spallarossa: Batteria
Trevor: Voce

- A&B -
Trevor, innanzitutto benvenuto su A&B. L'ultimo lavoro dei Sadist è Season in Silence, ormai uscito un anno fa. Il disco ha ricevuto una grande attenzione da parte della critica e soprattutto del pubblico, cosi grande alla fine da farvi fare anche un tour nell'est europeo. Ci puoi parlare di questa esperienza?
- Trevor [Sadist] –
Intanto grazie a tutto lo staff di Artists&Bands per lo spazio concesso è un piacere per me rispondere alle vostre domande. Siamo molto soddisfatti dell'esito ricevuto a seguito dell'ultimo nato in casa Sadist, Season in Silence in effetti ha riscosso un grande responso sia dagli addetti ai lavori che dai nostri fans, inutile dire che grazie alla risposta stessa siamo stati protaginisti di diversi festivals tra i più importanti in Europa come: Hellfest, Brutal Assault, Metal Camp, Metal Fest (Germania, Austria, Ungheria), Gods of Metal, Metal Mean etc..e non per ultimo c'è stato un lungo tour europeo. Ci sono davvero molti episodi che meriterebbero di essere citati, è stata un'esperienza incredibile, anche se anni prima avevamo già suonato nei paesi dell'est vivere per 40 giorni in quelle terre è tutta un'altra cosa. A tratti abbiamo vissuto qualcosa che va oltre il solo concetto di musica e tour, alcuni tra questi paesi vivono in condizioni difficili, ne abbiamo viste di tutti i colori.

Tra le cose che più mi hanno colpito ricordo quando stavamo uscendo dal territorio russo ai confini con l’Ucraina ci siamo imbattuti nel cartello “Attenzione Zona Radioattiva” con tanto di simbolo giallo/nero e con su scritto, divieto di raccolta funghi, non calpestare l’erba, non toccare gli alberi ecc.ecc… credo siano cose che non possono lasciarti indifferente specie se consideriamo che a pochi metri dal cartello c’erano diverse abitazioni, le classiche casette in legno, tipiche della Russia meno felice, quella lontano dalle grandi città dove ancor oggi vivono molte persone, le più povere; è stato importante vedere quali sono le usanze e il modo di vivere in certi paesi, ad esempio la Moldavia è tuttora molto legata all’agricoltura, il mezzo più frequente è ancor oggi il rurale carro trainato da cavalli, da non dimenticare. Infine le difficoltà costanti che trovi alle frontiere specie quelle russe, anche se trovarci al confine tra Ucraina e Moldavia di fronte ad un carroarmato e a soldati con tanto di fucile impugnato non è storia di tutti i giorni.
Parlando invece dell'aspetto musicale Sadist gode di buona fama internazionale specie in certi paesi come Russia, Ucraina, Lituania e Bielorussia ci aspettavano da tempo e la soddisfazione in sede live non è certo venuta a mancare, questo grazie a tanti anni di duro lavoro, spirito di sacrificio e investimento. E' difficile dire quale tra tutti questi concerti ricordo con maggiore piacere, ogni show ha il suo perchè anche se per differenti motivi i ricordi più emozionanti risalgono ai concerti di: Riga in Lettonia, di San Pietroburgo, Mosca, Novgorod in Russia, Kishinev in Moldavia, Minsk in Bielorussia, Kiev e Lviv in Ucraina. Le ragioni di queste scelte sono diverse, suonare in città come Mosca e San Pietroburgo è qualcosa di speciale, città incredibili dove si respira il profumo dell’impero, Riga in Lettonia insieme a Minsk in Bielorussia detengono il primato del calore del pubblico, Kishinev in Moldavia è stata invece un’esperienza importante anche sul lato umano, questa nazione molto povera rispecchia il dopoguerra italiano: inutile dire che per loro serate di questo genere sono valvola di sfogo, qualcosa che li tiene lontano dal pensiero di tutti i giorni.
Infine il toccante ricordo di Lviv in Ucraina: è stato bellissimo quando Kishak, promoter locale, si presenta regalandomi la maglietta della nazionale ucraina con scritto Trevor e il numero 10, credo che questo come altri momenti sono la risposta a tanti anni di sudore e fatica.


- A&B -
Torniamo un secondo al vostro ultimo full lenght. Per molti Season in Silence è un disco molto elegante e levigato, forse anche perché il concept è legato alla stagione invernale, ma allo stesso tempo è stato riconosciuto come uno dei vostri lavori migliori. Che ne pensi di questa veloce disamina dell’album e soprattutto che rapporto hai con i critici musicali?
- Trevor [Sadist] –
Season in Silence è stato un album riuscito in primis perchè tutti noi alla fine delle registrazioni eravamo soddisfatti, consci di aver tirato fuori il nostro meglio e per secondo la risposta del nostro pubblico e dei media è stata davvero buona. Il concept sull'inverno ha caratterizzato l'intero lavoro anche musicalmente parlando, sono stati usati suoni di tastiera gelidi e più sinistri a dimostrazione del fatto che volevamo trovare ispirazione dal malvagio silenzio dei boschi innevati. Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un piccolo paese in collina dove gli inverni sono rigidi e la stagione del freddo è quasi sempre accompagnata dalla caduta di neve. Fin da bambino provavo una strana sensazione, scendono i primi fiocchi e come per magia cala il tremendo silenzio, tutti i rumori sono attutiti e nessuno osa mettere naso fuori di casa. Mi rendo perfettamente conto che tutto questo potrà sembrare surreale specie per chi vive nelle grandi città ma ho voluto fare un veloce riassunto di quello che provo, tenendomi stretto i ricordi e i sentori della mia vita.
Mi occupo sempre ed esclusivamente io di quel che riguarda il concetto lirico dei nostri album. Il posto in cui vivo è fonte di forte ispirazione, sono molto legato alla mia terra e credo fortemente sia doveroso raccontare quello che succede intorno alla stessa. Ho avuto la fortuna di conoscere persone anziane che con i loro gesti e le loro parole mi hanno fatto capire molte cose ed ora eccomi qui a riassumere alcune delle loro storie più esclusive, inoltre all’interno di Season in Silence troverete diverse storie inquietanti. I testi sono nati vicino ad una casa abbandonata dove intorno regna il silenzio totale, il miglior posto per dare libero sfogo alla penna, del resto se ti fermi e guardi attentamente gli alberi immagini di vedere qualcosa..
Dei critici musicali che ne penso? La critica è molto importante specie anche quando può sembrare distruttiva, del resto attraverso gli errori si arriva al miglioramento.


- A&B -
La storia dei Sadist ha visto molto alti ma anche qualche basso, tipo il vostro scioglimento nel 2000. Che ricordi hai di quel periodo? Col senno di poi, fu una scelta giusta dire basta?
- Trevor [Sadist] –
Tanti ricordi di quel periodo, purtroppo non felici. Dire stop non fu semplice per ognuno di noi, il nome Sadist rappresenta la nostra vita. Fu un duro colpo prendere tale decisione, ma a dirla tutta credo tuttora fosse la scelta più giusta, quella inevitabile, era doveroso fermarsi per qualche anno (cinque) e decidere cosa fosse meglio per il nome della band. Il periodo di inattività è stato utile per capire tante cose, abbiamo fatto tesoro degli errori e dopo aver ricaricato le pile siamo tornati più forti di prima. Ma questa ormai è storia passata ora è giusto pensare al presente e al futuro cercando di fare sempre del nostro meglio.

- A&B -
Dal momento della vostra reunion avete partecipato a molti festival metal nostrani ed internazionali, e nell'estate del 2007 avete aperto per un concerto italiano degli Iron Maiden a Roma. Siete riusciti a conoscere qualche elemento della Vergine di Ferro e se si, che
impressione ti ha fatto?

- Trevor [Sadist] –
E' vero, ultimamente ci stiamo togliendo diverse soddisfazioni, frutto del lavoro che è stato svolto in tutti questi anni, inutile dire che affiancare sul palco le band che ascoltavi da ragazzino è qualcosa di unico. Il concerto allo stadio Olimpico di Roma con Iron Maiden e Motorhead è stato incredibile per diversi motivi: le bands partecipanti (una fetta di storia della musica hard'n'heavy), la cornice intorno, 30.000 persone all'interno di uno degli stadi più importanti d'Europa, tutto questo non è cosa di tutti i giorni, ricordo infine il gran caldo, quando siamo saliti sul palco i gradi erano 41.

Riguardo gli Iron Maiden nel 2000 durante la partita di calcio Metal United vs Iron Maiden facendo parte della squadra di casa ho avuto occasione di conoscere qualcuno di loro e quando a Steve Harris sette anni dopo gli ho chiesto potevamo organizzare anche quest'anno una partita di calcio mi ha risposto: “Magari ma ormai sono troppo vecchio per certe cose”.. posso dire che oltre ad essere la band più rappresentativa del metal sono dei grandi professionisti, in tutti i sensi.


- A&B -
Proiettiamoci al futuro: cosa bolle nel pentolone Sadist? State lavorando ad un nuovo disco in studio?
- Trevor [Sadist] –
Sembra ieri che abbiamo festeggiato l'uscita di Season in Silence ed è già tempo di pensare a qualcosa di nuovo. Stimare date è davvero troppo presto, tuttavia non ti nascondo che abbiamo in mente qualcosa, d'altronde fare musica è il nostro lavoro e ognuno di noi sta timidamente pensando a cosa potrebbe essere, sono certo che non ci vorrà ancora molto per ritrovarci nei Nadir Studios (www.nadirmusic.net) ed assemblare nuovo materiale. Fare dischi ha doppio gusto, quello di creare qualcosa che senti di tremendamente tuo, ma anche per il sapore di riproporre la tua creatura davanti al pubblico, a proposito di palco la nostra agenzia Live Nation ha confermato qualche data nel nostro paese e a breve saranno annunciati i primi open air estivi, il pentolone bolle sempre...

- A&B -
Veniamo adesso ad un argomento più generico, da noi spesso trattato su questi lidi. La discografia nel 2011 pare essere sempre più agonizzante, vive di grandi bands che riempiono gli stadi e sembra concedere sempre meno spazio alle nuove realtà, che spesso hanno difficoltà anche a ricevere attenzioni dalle piccole etichette. Qual’è il tuo pensiero a proposito di tutto ciò?
- Trevor [Sadist] –
Tutti vogliamo credere che la discografia sia stata uccisa dal download pirata ma onestamente credo che i problemi siano ben altri, ho vissuto gli anni ‘80, anni in cui i dischi si vendevano maggiormente rispetto ad oggi anche se bisogna dire che 30 anni fa le bands attive erano molto meno rispetto ad ora, attribuirei alla saturazione la piaga della discografia, chi compra dischi non riesce a stare dietro a tutte le uscite: non c'è  tempo e ovviamente neanche possibilità economiche per questo vengono fatte delle scelte, peccato che come giustamente dicevi le scelte ricadono sempre sugli stessi nomi quelli di 20-30 anni fa, mentre per le band minori lo spazio è quello che conosciamo.

- A&B -
So che hai una passione nemmeno mai nascosta per gli AC/DC, tant'è che sei pure il cantante di una famosa cover band nostrana. Qual è il tuo disco preferito della band australiana?
- Trevor [Sadist] –
Non essere fan AC/DC è come bestemmiare!! Mi sono avvicinato alla musica hard'n'heavy con le bands più storiche (Deep PUrple, Black Sabbath, Scorpions, Saxon e Judas Priest) e tra queste c'era appunto il gruppo di Angus & soci, album come Back in Black o Highway to Hell sono immortali..non mi stancherò mai di questi dischi, ho con me troppi ricordi legati a quella musica.

Cantare i brani degli AC/DC con la cover band Dirtyballs è motivo di orgoglio e divertimento, è un pò come ad ogni volta ritornare ragazzino. Non è semplice dire quale sia il mio disco preferito, ce ne sono diversi, tra questi anche l'ultimo Black Ice, anche se il mio cuore batte un pò più forte per il disco tutto nero...


- A&B -
Prima di congedarci, faresti una lista dei tuoi 5 dischi che ti porteresti dietro se dovessi continuare a vivere su un'isola deserta?
- Trevor [Sadist] –
Domanda difficilissima..ci provo anche se sono certo di dimenticarne tanti altri: Individual thought patterns dei Death,Back in Black degli AC/DC, Heartwork dei Carcass, Extreme aggression dei Kreator e Somewhere in time degli Iron Maiden. Se poi come spero posso portare sull'isola uno zaino più capiente, (insieme a tanto cibo) aggiungerei: Vulgar display of power dei Pantera, Innocence is no excuse dei Saxon, Love at firts sting degli Scorpions, Reign in Blood degli Slayer, Blessed are the sick dei Morbid Angel ecc.ecc….

- A&B -
Bene Trevor, siamo giunti alla conclusione. Ringraziandoti per la tua disponibilità, ti lascio carta bianca per concludere questa nostra chiacchierata.
- Trevor [Sadist] –
Non mi resta che dire grazie a voi per il tempo dedicato e per il lavoro che svolgete da anni con dedizione e passione, un abbraccio a tutti i lettori e come sempre..In altro il nostro saluto

Trevor, Sadist


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