Gli ultimi due anni sono stati intensi per la band polacca: un album in studio ( “The rock”) ed un dvd live ( “Four decades”).
“The rock”, seppur discreto, aveva lasciato talvolta perplessi per qualche episodio poco riuscito e lontano dalle sonorità che ci avevano fatto apprezzare la band. La prova concerto, era stata invece positiva, non solo per le capacità “on stage” dei nostri, ma anche per lo scontato recupero dei cosiddetti “classici” che avevano dato lustro agli SBB negli anni ’70. Curiosità ampiamente giustificata, pertanto, per il nuovo “Iron Curtain”. 9 brani (la versione digipak ne contiene 2 in più ... operazione quantomeno discutibile) e sprazzi di vibrazioni che riportano indietro nel tempo. Nessuna concessone alla lingua inglese stavolta, ( i 6 brani cantati sono in polacco, 3 gli strumentali ), nessun ritorno (preventivabile peraltro) alla “suite”, ma una consolidata forma canzone; un supporto ritmico sempre ragguardevole (amo molto il modo di suonare di Gabor Nemeth) e due grandi protagonisti: Jozef Skrzek (tastiere, basso e voce) e Apostolis Anthimos (chitarra e percussioni). Significativa la title-track con un pianoforte soffice, una pastosa chitarra e la voce roca e sofferta di Skrzek. Incantevole lo strumentale “Defilada” con evidenti richiami ai ’70 in una sorta di improvvisazione di gruppo ed un grido (Freedom) che ci ricollega idealmente al “Follow my dream” di 30 anni prima. Riflessioni jazz-fusion impreziosiscono “Camelele” e “Opowieść“, mentre uno spiccato spirito “percussivo-tribale” caratterizza “Błogosławione dni“ con rimandi psichedelici molto particolari. Riuscito anche un altro breve strumentale “Sunrise” ( di Anthimos) condotto essenzialmente dall’elettrica dell’autore; o ancora “Góry tańczące” ( di Skrzek ) con delle eco di “classica” primi del ‘900. Un buon album nel complesso che ci mostra una band ancora ispirata e desiderosa di emozionare come sempre. 80/100
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Józef Skrzek: Voce, basso, piano, minimoog, micromoog, tastiere Anno: 2009 |