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Neil Young & The Horse
Fu##in' Up

E' troppo prolifico, Neil Young, con la sua media di due dischi all'anno circa, non importa se inediti, retrospettivi o dal vivo. Prendiamo questo "Fu##in' Up", ad esempio, nient'altro che un ennesimo live, certamente stravagante ma non anche innovativo, in uscita il prossimo 20 aprile per il Record Store Day in edizione limitata, alla quale farà seguito la versione normale per il mercato discografico mondiale, sia in cd, sia in lp (l'opera discografica, peraltro, verrà omaggiata a tutti coloro che acquisteranno i biglietti del "Love Earth Tour", di imminente organizzazione).
Per (cercare di) capire la ratio sottesa a questo ulteriore pezzo di una infinita discografia, bisogna andare con la memoria al 20 settembre dello scorso anno, allorquando Neil Young e i Crazy Horse, con l'aggiunta di Micah Nelson, figlio 33enne del più noto Willie (il ragazzo è membro dei Promise of the Real, band che ha registrato con il canadese gli album "Noise & Flowers", "Paradox", "Earth" e "The Monsanto Years"), suonarono al Roxy di Los Angeles in occasione dei 50 anni dalla sua apertura (Young vi eseguì il suo concerto inaugurale proprio nel 1973), tributando peraltro "Everybody Knows This is Nowhere" e "Tonights the Night", due tra i suoi album più apprezzati. L'organico de quo si è mostrato così efficacemente osmotico da volerci riprovare poco più di un mese dopo, precisamente il 4 novembre 2023, prendendo segretamente parte all'evento "Reverse Surprise Party - Age Before Beauty", tenuto presso il The Rivoli di Torontoin occasione del compleanno di Dani Reiss (meglio noto quale imprenditore a capo del brand di abbigliamento denominato Canada Goose). Ed è proprio da quel concerto che vengono oggi estratti i 9 pezzi che compongono il titolo qui recensito, connotato, peraltro, come vuole la migliore tradizione younghiana, da svariate curiosità, per non dire stravaganze: innanzitutto, si parla ovunque di un tributo a "Ragged Glory", precisazione, questa, non del tutto corretta attesa la mancata esecuzione di "Mother Earth" (brano conclusivo di quell'album), al posto della quale furono invece eseguiti "Cinnamon Girl" e "Rockin' In The Free World"; questi ultimi, tuttavia, sono assenti nell'album qui recensito, sebbene il primo, curiosamente, sia attualmente utilizzato sul sito ufficiale dell'artista quale singolo promozionale dell'album, in forma esclusivamente digitale; va poi aggiunto che ciascun pezzo viene ribattezzato con un titolo diverso, fatta esclusione per "Farmer John", comprensibilmente, invero, in quanto trattasi dell'unico brano non composto dal cantante e, in quanto tale, del tutto intoccabile  (firmato da Don "Sugarcane" Harris and Dewey Terry, venne da questi registrato con il nome di Don and Dewey nel 1959).
A livello iconografico, sono due le particolarità: la formazione non è più accreditata a Neil Young & Crazy Horse, bensì a Neil Young & The Horse, verosimilmente per via della presenza del giovane musicista; all'interno, infine, le due inner sleeve tributano incomprensibilmente l'album "
Zuma", dalla cui copertina sono chiaramente attinti gli scenari e i personaggi surreali realizzati illo tempore dall'artista James Mazzeo; nonostante ciò, gli stessi appaiono in forma colorata, peraltro utilizzando le accese variazioni cromatiche tipiche della compagine psichedelica, in totale antitesi sia con il bianco e nero espresso in quel mitico album, sia con l'artwork a vocazione fotografica ostentato sul citato "Ragged Glory".



Orbene, così rappresentate tutte le (incomprensibili) stravaganze che tipizzano questo album, va precisato che lo stesso non dice purtroppo nulla di nuovo e si sostanza quale episodio certamente valido, ma non essenziale. Si, certo, la grezza attitudine ivi espressa dai cinque musicisti è in grado di tributare fedelmente l'anima elettrica e acida efficacemente espressa in quell'album, ma è pur vero che il live, così come è strutturato, testimonia soltanto parzialmente l'arte espressiva dell'artista, manifestando attenzione massima ad uno spaccato discografico assai limitato.
Al riguardo, meglio indirizzare eventuali nuovi ascoltatori verso il live "Weld" che, ad appena un anno dalla sua pubblicazione, tributava il citato "Ragged Glory" con 5 brani ("Love to Burn", "Mansion on the Hill", "Fuckin' Up", "Love and Only Love", "Farmer John") ai quali, saggiamente, venivano affiancati diversi classici imprescindibili (tra i quali "Hey Hey, My My (Into the Black)", "Cinnamon Girl", "Powderfinger", "Rockin' in the Free World", "Like a Hurricane", "Tonight's the Night").
L'album, invece - e non è neanche il caso di precisarlo - è consigliatissimo ai completisti, i quali, in forza della loro consolidata vocazione maniacale, concorderanno certamente con quanto riferito dallo stesso Neil Young promuovendo la sua ultima opera: "Perché queste vecchie canzoni vivono in modo così vivido adesso?; lo fanno con me, nello spirito che viene offerto... realizzato per gli amanti dei Crazy Horse. Non posso fermarlo. Il cavallo sta correndo. (.) Sono così felice di avere questo da condividere".







Neil Young – Guitar, vocal, harmonica
with
Billy Talbot – bass, backing vocals
Ralph Molina – drums, backing vocals
Nils Lofgren – guitar, piano, backing vocals 
guest
Micah Nelson – guitar, piano, backing vocals

Anno: 2023
Label: Reprise
Genere: folk

tracklist
1. City Life (Country Home)
2. Feels Like A Railroad (White Line)
3. Heart Of Steel (Fuckin' Up)
4. Broken Circle (Over And Over)
5. Valley Of Hearts (Love To Burn)
6. Farmer John
7. Walkin' In My Place (Mansion On The Hill)
8. To Follow One's Own Dream (Days That Used To Be)
9. A Chance On Love (Love And Only Love)


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