Una riflessione profonda, divertente, ma anche molto calzante della realtà urbana della capitale, afflitta dal caos e dalla prevaricazione, descritta con modalità pungenti e mostrando, neanche troppo velatamente, una forte critica sociale.
Roma è una città unica dove Nika trascorre la sua stressata esistenza oscillando tra attacchi di rabbia incontrollata e di panico paralizzante. Il forte senso di ribellione verso la società, la famiglia, la mancanza di rispetto delle regole, la porta a sentirsi una divinità crudele a cui spetta il compito di punire le tante inciviltà con cui si trova a fare i conti nel traffico caotico dell’Urbe, armata della sua voce (che non disdegna un linguaggio romanesco sufficientemente "colorito"), un motorino (compagno d’armi) ed un sanpietrino (simbolo della pavimentazione romana).
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 4 marzo 2024. |
Storia d’incroci e d’anarchia Di e con Veronica Milaneschi Torna in scena a Roma, al Teatro Cometa Off, il 4 e il 25 marzo, STORIA D’INCROCI E D’ANARCHIA, monologo scritto e interpretato da Veronica Milaneschi, con la regia di Patrizio Cigliano. Siamo a Roma in questi giorni e una donna si arrabbia, contro se stessa, contro la sua famiglia e la società. Ma c’ è un particolare: si sente un’erinni moderna chiamata dalle divinità più potenti dell’Olimpo per punire gli uomini per le loro nefandezze. Invece di andare in giro sul carro di Apollo, si muove con “Cesare Augusto” il suo motorino: ”senza parabrezza, senza casco, senza freni, ‘na pazza”. E’ un grande circolo vizioso da cui la nostra eroina non uscirà mai. Con Ironia e sincerità, attraverso mille dialetti e stili recitativi diversi verrete condotti per mano tra le strade più belle di Roma, dove molte cose ci sono ancora da scoprire. Dal Mosè Ridicolo, alla storia di Righetto passando per casa di Nino Manfredi e Mastroianni, senza scordarci Albertone e poi la Roma Razionalista, quella Umbertina, il quartiere Coppedé fino al Vaticano e qui ci saranno delle sorprese. La rabbia come motore pulsante di un essere umano, un essere umano che si specchia in una città che vorrebbe essere sempre più veloce ma che si trova bloccata nel traffico tra le macchine. E il traffico, gli incroci e le macchine sono proprio gli elementi con cui si gioca in questo spettacolo; spunti comici che danno vita a momenti di spettacolo esilaranti e surreali. Una storia ambientata a Roma ma che può essere immaginata in qualunque città d’Italia. Note di Regia Ci sono spettacoli che pizzicano le corde comiche, ma non solo (!), di tutti. È il caso di “STORIA D’INCROCI E D’ANARCHIA”, che affonda la sua graffiante e spassosa comicità nel disagio urbano di molti e nella difficoltà (sempre pericolosamente crescente) di gestione della rabbia e del nervosismo che tracima copiosamente dal fiume della pazienza. E Nika, il personaggio che Veronica Milaneschi ha sapientemente scritto, sente su di sé il peso dell’impegno civico e sociale per ripristinare un ordine superiore - partendo da quello urbano - con cui rendere più sostenibile e meno stressante la convivenza cittadina. Nika è arrabbiata, insofferente verso l’approssimazione altrui, verso i soprusi metropolitani degli altri cittadini, sempre troppo pronti a infrangere le regole del codice della strada. Ma questi soprusi stradali diventano metafora ben più alta: la convivenza ha delle regole necessarie al rispetto di tutti. Non solo sulla strada. E infatti Nika, cercando un perché al suo eccessivo rigore, va a pescare lontano. E in una specie di grottesca seduta psicanalitica, trova nella Nika bambina, alcune delle sue risposte. Un’infanzia indirizzata dalla famiglia alla giustizia, al rigore, alle regole, al rispetto, e uno sviluppo scolastico fatto di qualche inattesa delusione, l’hanno portata a auto-nominarsi “salvatrice del traffico cittadino”, e a dar vita a innumerevoli racconti esilaranti di questa missione salvifica. Forse non riuscirà nell’’ audace intento, ma per un’ora di spettacolo, ci travolgerà con la grinta e la grande teatralità di una vera mattatrice. E dirigerla (e guardarla in scena) è stato un piacere, perché quando un’attrice riesce a fondere una grandissima tecnica attoriale con la necessaria umanità della persona, l’attore che ne esce è “totale”, capace di farci ridere davvero tanto con un monologo in cui, attraverso una dozzina di personaggi, ci porta in un mondo popolare ma coltissimo, pieno di riferimenti addirittura “epico/mitologici”, ricco di situazioni paradossali ed esilaranti, ma altrettanto capace di farci intravedere, fra le crepe del comico, qualcosa di più profondo: un disagio che sta sotto pelle, spesso ignorato, ma pronto a ruggire e piangere, come un mostro ben poco sicuro di sé. E in fondo come tutti noi. INFO: Teatro Cometa Off |