Versione in vinile di un doppio cd edito nel 1997 dalla label “The Wild Places”, contenente la bellezza di 18 brani, riproposta un anno dopo in vesti assai ridotte dalla "Gates Of Dawn", etichetta blasonatissima nota per aver pubblicato lavori di gruppi come Änglagård, Porcupine Tree, I.E.M., Blackfield (per i più distratti, negli ultimi tre milita o ha militato Steven Wilson).
ll progetto - nato dalle ceneri degli svedesi “The Spacious Mind”, gruppo degli anni '90 di space/psych che determinò la nascita di molte band o collettivi satellite - è assai interessante, anche se scarsamente accostabile alla musica progressive, come comunemente e un po' arditamente viene fatto dai media di settore. Gli Holy River Family Band nascono come un progetto laterale di Jens Unosson, tastierista dei citati Spacious Mind, che riunisce a sé il chitarrista Arne Jonasson e il flautista/percussionista Mathias Barder. Il loro debut-album, "Haida Deities" del 1996, crea atmosfere psichedeliche lente e fluttuanti strutturate su quattro lunghe composizioni che talvolta appaiono troppo eteree e inconsistenti. Tuttavia, con il secondo lavoro, il trio offre una perfetta testimonianza di crossover di matrice etnica, giacchè combina abilmente i sintetizzatori - che determinano la medesima base musicale del disco precedente - con strumenti musicali esotici come l'oud, le tablas e l'hurdy gurdy. Cori vocali e atmosfere meditative, spesso accostabili alla tradizione dei nativi americani, decretano il successo artistico di un'opera che vede il solo punto debole nel fallimentare “Song Of Distant Glow”, brano che pare perseguire l'intento di confezionare un singolo, cosa assai ardua visto il genere trattato. La loro successiva fatica discografica, "Earthquake Country" del 2001, propone sempre musica di qualià ma distante dal pregresso, contenendo brani cantati e manifestando chiare influenze floydiane. |
Jens Unosson: organo, piano elettrico, piano, sintetizzatori, bells, voce Anno: Inserire Anno di Pubblicazione |