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Simple Minds
Roma, 3 Luglio 2018

Roma, 3 Luglio 2018 - Roma Summer Fest - Auditorium Parco della Musica, Cavea

Con l’arrivo della bella stagione, l’Auditorium capitolino mette a riposo le prestigiose sale interne e déstina il suggestivo Anfiteatro della Cavea ad ospitare i concerti più capienti e rappresentativi.

Si pregusta una disimpegnata serata all’insegna del mainstream rock di lusso, con la piena consapevolezza che, ormai da più di trent’anni, definire i Simple Minds una band new wave è una palese forzatura. Messi da tempo alle spalle gli anni più verdi, incanutiti e ridotti i fluenti capelli di un tempo, ci si capacita ben presto che la sistemazione comoda del parterre, a due passi dal palco, è un lusso che non ci verrà concesso: la duplice interruzione dell’opener “Signal And The Noise”, penalizzata da problemi tecnici che riducono alle sole spie la produzione del suono, induce il pubblico - prevalentemente costituito da mature e frementi signore che lasciano intuire una gioventù risalente a metà degli anni '80 - a solidarizzare repentinamente con la band: le esponenti del gentil sesso sciamano come erinni verso il palco, costringendo chi scrive a fare altrettanto per poter preservare un minimo livello di visibilità, comunque alfin garantito da una rispettabilissima terza fila.

Superata l'empasse iniziale, quindi, il concerto vero e proprio si apre con la galvanizzante “Waterfront”, a cui segue “Let There Be Love”, indimenticata hit di inizio anni '90, che suggella anche la fine di ogni intoppo tecnico, spazzato via da una performance assolutamente intensa e professionale.
Il frontman di Glasgow gigioneggia da par suo sfoggiando un più che accettabile italiano, modulando un timbro che non è mai stato da screamer pulito, ma che è invece più affine ad un ipotetico, audace incrocio fra il Bowie d'annata, il Bono Vox più maturo e certi crooner d’oltreoceano. Come sonorità, invece, la band è stata capace, fin dalla fine degli anni '80, di assurgere ad erede dell’elegante lezione dei Roxy Music più magniloquenti. Oggi, quindi, un Charlie Burchill assai rilassato è perfettamente credibile quando sciorina, tra un effetto ed un piglio da direttore d’orchestra, buoni assoli nel glorioso solco di Mick Ronson o Phil Manzanera.

Colpisce la presenza sul palco di ben tre fanciulle: l’esuberante batterista Cherisse Osei, che ha dato all’evento un’impronta decisamente rock, l’ormai storica vocalist Sarah Brown, il cui timbro ha invece garantito quel tocco soul che negli anni è diventato uno dei trademarks dell’act scozzese, la tastierista Catherine Ann Davies, tanto eterea ed esile nel fisico, quanto profonda e rovente nella voce (a lei, peraltro, viene affidata l'esecuzione in solitaria di un intero brano). Non tutto è encomiabile: non si capisce quanto influisca, nell'economia del suono, l'apporto del chitarrista Gordy Goudie, relegato ad una chitarra acustica mai perfettamente udibile.

In ogni caso, il pubblico non sembra farci caso: in delirio e talmente numeroso da riempire letteralmente la capientissima Cavea, ad un’occhiata informale appare costituito da elementi non esattamente preparatissimi: a titolo di esempio, e ci limitiamo a citarne soltanto uno, basti dire che un esaltato giovane si pavoneggia con la sua meno convinta accompagnatrice, affibbiando a due brani i titoli di “I Promised You A Miracle” e “All The Things She Said”, in realtà già eseguiti diversi minuti prima. Parlando invece di apice artistico, puntualmente eseguita “Mandela Day”, brano che sugella il ben noto impegno politico dei nostri, comunque apprezzabilissimi nell’evitare sermoni (ogni riferimento ai Pearl Jam è assolutamente voluto), così come molto ben accolto è “Someone Somewhere In Summertime”, climax emotivo di una esibizione assolutamente positiva, calda, emozionante.

Infine, impossibile non citare il doveroso e legittimo tributo all'album “Once Upon a Time” - disco caldamente consigliato a chi volesse avvicinarsi alla band per la prima volta – con l'esecuzione di ben quattro pezzi, ormai divenuti dei classici (ben più di “Don't You”, brano che, peraltro, non porta la firma di alcun membro della band): “All the Things She Said”, “Alive and Kicking”, “Sanctify Yourself” e lo stesso “Once Upon a Time”.

 


Jim Kerr: voce
Charlie Burchill: chitarra, tastiere
Sarah Brown: cori
Ged Grimes: basso
Catherine AD: tastiere, chitarra, cori
Gordy Goudie: chitarra acustica ed elettrica, armonica
Cherisse Osei: batteria

Data: 03/07/2018
Luogo: Roma - Auditorium PdM
Genere: Pop/New Wave

Setlist:
01. Waterfront
02. Let There Be Love
03. Hunter and the Hunted
04. Promised You a Miracle
05. Mandela Day
06. The American
07. Someone Somewhere in Summertime
08. Summer
09. Walk Between Worlds
10. Once Upon a Time
11. All the Things She Said
12. Dolphins
13. Let the Day Begin (The Call cover)
14. Don't You (Forget About Me)
Encore:
15. See the Lights
16. Alive and Kicking
17. Sanctify Yourself

 

 

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