Edwin non è soltanto l'unico musicista prog che sorride quando suona, che è una cosa molto rassicurante, è anche e soprattutto un bassista solido che fa della pulizia esecutiva il suo punto di forza. Sulla questione afferente alla sua assenza da questa attuale incarnazione abbiamo già riportato, recensendo l'ultimo album "Closure/Continuation": Steven Wilson ha giustificato il mancato coinvolgimento del musicista asserendo, tra le altre cose, di non aver sentito il bassista per anni. "Lui non ha mai spinto in modo proattivo per essere coinvolto in qualcosa di nuovo", ha dichiarato alla stampa. "Oltre a tutto questo, per come la vedo io, il nucleo creativo della band è sempre stato composto da noi tre: l'interesse di Gavin per la batteria complessa, i tempi in chiave, i poliritmi; l'enfasi di Richard sul sound design e sull'esecuzione della tastiera; poi ci sono io, che filtro queste due cose con la mia sensibilità da cantautore". Da parte sua, Edwin ha riferito che "Non avevamo litigato, non c'erano altre tensioni ed eravamo in contatto occasionalmente per varie cose, principalmente ristampe o affari, ma da tempo non c'era stata alcuna indicazione o accenno di alcuna nuova attività della band, sessions o qualsiasi possibilità di riattivazione. La mia band O.R.k è stata in tour con i Pineapple Thief nel 2019 [la band di Gavin Harrison. NdR] e siamo andati tutti d'accordo; non c'è stata alcuna menzione su eventuali nuove cose dei Porcupine Tree (.). Quindi è stata un sorpresa per me, nel marzo 2021, durante il lockdown, ricevere un'e-mail da Steve che mi diceva che c'era un nuovo album ma, dato che aveva già suonato tutte le parti di basso, non avevo alcun ruolo nel nuovo progetto". Ora, tutta questa storia è paradossale se si pensa che, la sera del 24 giugno a Roma, la band si è presentata sul palco senza un bassista, il turnista Nate Navarro, asseritamente assente per problemi familiari. Lungi dal presentare i brani castrati del basso, magari riarrangiati per l'occasione (viene difficile credere, invero, che una cosa del genere possa davvero verificarsi), la band ha suonato seguendo a ruota tutte le parti di un basso pre-registrato. Non è una cosa facile, lo ammettiamo, ma a chi scrive non piace. Non piace che si ricorra al computer come "strumento musicale", non piace che l'uomo venga sostituito dalla macchina. Diciamo che, a questi livelli (e parliamo di un gruppo che ha riempito a tappo l'intera Cavea dell'Auditorium), appare incredibile che non sia stato possibile trovare uno straccio turnista super competente che, prezzolato a dovere, rimpiazzasse il titolare con apparente nonchalance. Se si accettasse un basso pre-registrato in un concerto prog, ci si dovrebbe piegare alle medesime dinamiche che vorrebbero legittimare un cantante rap o trap presentarsi sul palco armato soltanto della sua consolle. Chi scrive, semplicemente, non lo accetta. Fatta questa doverosa premessa, sarebbe ingiusto non riconoscere l'efficacia della band, che si parli dell'incredibile lavoro di Randy McStine, non tanto alla chitarra, quanto alla seconda voce (si è sobbarcato tutte le note alte, lasciando l'opportunità al titolare di cantare un'ottava sotto), o dell'impeccabile tappeto sonoro creato ad un Richard Barbieri che dimostra, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, di essere elemento sommerso si, ma a dir poco fondamentale. Steven Wilson, poi, il magnifico nerd che tutti conosciamo, conferma ovviamente di essere figura irrinunciabile quando si parla dei Porcupine Tree, non un virtuoso, ma certamente un geniale chitarrista, magnifico cantante, eccellente songwirter. Infine, il migliore di tutti, quel prodigio di Gavin Harrison (curiosamente, visto l'ultima volta proprio nella stessa location, tra le fila dei King Crimson), che si conferma macchina ritmica indistruttibile e in grado di offrire soluzioni che sempre affascinano e stupiscono, verosimilmente il vero ed unico erede di Bill Bruford (non a caso, quando chi scrive intervistò proprio Bruford, nel 2015, alla domanda "Se dovessi scegliere un batterista con cui riformare il doppio trio, con riferimento agli attuali o agli ex dei Crimson, quale sceglieresti?", egli rispose laconicamente come segue: "Probabilmente Gavin Harrison"). Infine, due parole sulla scaletta che ha stupito non poco, sia per la presenza di un brano inusuale come "Buying New Soul", estratto da "Recordings" del 2001, raccolta di b-side e inediti tratti dalle sessions di "Stupid Dream" e "Lightbulb Sun" (che ci risulti, il pezzo è presente soltanto nel dvd "Arriving Somewhere...", mai tributato in alcun altro live della band), sia per l'esecuzione integrale dell'album "Closure/Continuation", pur intervallata da brani storici. Tra questi, gli immancabili cavalli di battaglia "Blackest Eyes", "Even Less", "The Sound Of Muzak", "Fear Of A Blank Planet", "Collapse The Light Into Earth", "Halo" e "Trains", che hanno il potere, ogni volta, di sublimare qualsiasi performance live dell'organico. |
Steven Wilson: vocals, guitar, keyboards tracklist:
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