I Tempesta sono una formazione originaria di Gorizia con alle spalle una lunga carriera iniziata nel lontano 1992. Il loro ultimo demo, “Rivoglio il mio futuro”, è composto da cinque pezzi in lingua italiana ed è introdotto da una copertina che raffigura un uomo con la testa occultata da un velo bianco, con un selvaggio abbandono sullo sfondo; nel libretto, oltre ai testi, compaiono le foto dei musicisti in un bosco.
Il CD dura circa venticinque minuti ed inizia con “Rabbia tra i denti”, un brano che cresce lentamente, nonchè una denuncia contro l'attuale degrado sociale, che riguarda un po' tutti i campi, tra cui quello musicale, quello politico e quello lavorativo. Con “Rivoglio il mio futuro” la protesta diviene disgusto: la denuncia si staglia verso la corruzione, i partiti e le elezioni, ma anche verso piaghe sociali come le troppo frequenti morti sul lavoro, il problema dei preti pedofili ed una realtà mafiosa sempre più forte, visto che si ramifica non solo a livello criminale, ma soprattutto a livello economico; dal punto di vista musicale, il pezzo è più rabbioso e veloce, ma soprattutto è più “canzone” rispetto al primo, che somigliava più ad una serie di slogan. Si continua con la veloce e melodica “Nè schiavi nè padroni”, un autentico proclama di libertà dei popoli; si passa poi alla ritmata “Parole come fucili”, che tratta il problema spinoso di un sistema di informazione asservito al potere, che decide cosa far sapere al popolo e cosa, al contrario, è preferibile nascondere. Si chiude con “L'arte di morire”, che riguarda la malasanità ed inizia lenta con il campionamento del pianto di un bambino e del suono di una sirena di ambulanza, quindi continua cadenzata fino all'accelerazione finale. Ad ascolto concluso, resta la sensazione di trovarsi davanti ad un mini-concept, nel quale la tematica portante è la protesta verso alcuni mali italiani profondamente radicati ed ormai estesi all'intera Europa. Il disco è aggressivo e compatto, ma anche melodico nei momenti opportuni, grazie a discreti assoli di chitarra, pertanto lo consigliamo ai metallari tradizionali ed a tutti coloro ai quali fa piacere constatare che qualcuno tiene ancora gli occhi ben aperti e si fa portavoce di un disagio profondamente condiviso. 70/100
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Fulvio Sain: Chitarra e voce solista Anno: 2009 Sul web: |