I Back Crawl sono un progetto Rock suonato in trio da Dario Ghiggi (chitarra e voce), Davide Fisciano (batteria) e Federico Nisci (basso). Non si definiscono “emergenti” perché non capiscono come si possa emergere dal mare di merda in cui si trova la musica (soprattutto rock) in Italia e preferiscono restare se non altro a galla, nuotando a dorso (back crawl) in modo da almeno non sporcarsi il viso.”
Diciamo che quando ti presenti con parole del genere, devi anche avere una maniera di dimostrare di poterti permettere un’uscita così ardita. I Back Crawl scelgono di farlo mettendo in campo la potenza di fuoco di una vagonata di riff ad alto tasso di testosterone e adrenalina, declinando nei 7 pezzi che vanno a comporre il primo EP del trio partenopeo, A Dorso, la loro versione del verbo rock, prendendo a piene mani dalla tradizione anni ’70 e ricoprendo il tutto di forti pennellate grunge. Siamo ben lontani dalle strade che in questi anni vengono percorse dal 90% del rock italiano, underground e non: per rintracciare il background del gruppo bisogna guardare sicuramente oltre oceano, a gruppi come Soundgarden e Nirvana, e al terremoto che hanno scatenato negli anni ’90. Ciò non toglie che il non trascurabile dettaglio del cantato, rigorosamente in italiano, rende naturale pensare anche a qualche protagonista del rock nostrano, per esempio i primi Verdena o i Litfiba di album come Terremoto. Sarà chiaro a questo punto che questo non è un’EP da cui aspettarsi soluzioni innovative o sonorità originali. E’ però un EP che ci ricorda con efficacia perché ,al di là di sperimentazione, evoluzione, moda, nulla è mai riuscito ad eclissare l’energia e la genuinità del rock ad alto voltaggio e di tutto il suo carrozzone di assoli con il wah a palla, di voci roche, di riff tutti da scapocciare. Del resto ci sarà un motivo se, dopo tanto tempo, ci sono ancora ragazzi in grado di suonare rock di qualità senza essere troppo ridondanti. E di qualità in questo esordio non ne manca:i tre sono forti di un suono robusto e roccioso e di un groove profondo che sono la fondamentale ossatura dei pezzi, nonché un prezioso palcoscenico per gli ottimi fraseggi chitarristici e le melodie semplici ma ricche di personalità di Dario Ghiggi, e riescono a mettere nel sacco un esordio convincente, una scheggia di pietra grezza dal verace sapore rock che senza difficoltà si infilerà in testa a colpi di ritornelli accattivanti (provare per credere la title track, “Adesso come sei” o “Non sai”) e riff magnetici (“Ti ritroverai”, per dirne uno). Insomma, una positiva botta di energia in un panorama, quello del rock pesante italiano e partenopeo, che è meno vitale di quanto meriterebbe. Rimane sicuramente qualche acerbità da levigare, una certa ripetitività che spesso negli esordi è l’effetto collaterale dell’aver trovato una propria identità definita; a questo punto, però, giacchè parliamo di rozzo rock n’roll e giacché ho la fortuna di poter parlare per esperienza diretta, mi sembra doveroso spendere due parole sulla dimensione live del gruppo; in giro sui palchi spesso minuscoli e scalcinati della Campania, il sound del gruppo trova la sua espressione migliore e risulta ancora più convincente che su disco (forse complice anche un avvicendamento alle quattro corde), restituendo, in definitiva, l’immagine di un power trio che si butta nella mischia con un buon prodotto, ma che ha tutte le carte in regola per raddoppiare la posta al prossimo giro. 82/100
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Dario Ghiggi: Voce, chitarra Anno: 2012 |