Non c'è che dire, la rinascita e riscoperta del vero thrash metal nel mondo, così in Italia, si sta compiendo in modo imperioso e costante.
L'interessante debutto della band Ancient Dome da Varese lo dimostra, insieme ad altre entità si propone come un'altra goccia dell'ondata in piena di thrash metal floridiano speed oriented ed esplosivo come quello che imperò negli anni 80/90 ma con molta più perizia, consapevolezza ed attenzione; la band si dimostra all'altezza in ogni senso, con una buona tecnica ed un ottimamente strutturato apparato scheletrico dei brani, che risultano diretti, godibili e non molto articolati nella loro essenza, come piace a me ed ai fan dei primi Metallica, Exodus, Testament, etc... C'è un buon uso della melodia sempre diluita e mai preponderante, brani intrisi di grande aggressività e ritmiche ammiccanti, vocals molto orecchiabili ma ruvide, mai troppo nitide ma corrosive ed insinuanti, bene adattate alle trame ritmico-melodiche eseguite dagli ottimi musicisti, in particolare chitarre e basso come un muro sonoro non erpicabile, e la batteria a scandire ossessiva e cristallina su tutto il tessuto musicale.
Grande malleabilità dei brani quindi che non si fossilizzano mai nello stesso riff e nella stessa dinamica, ma la formula cambia spesso e volentieri, abbiamo quindi a volte una sezione ritmica guerrafondaia in stile Germanico (senti ad esempio la seconda traccia "State of Regression") con la ritmica riscontrabilissima di quel filone europeo più scarno e quadrato, ma poi ci si cala in lidi più sinfonici ed altisonanti quasi 'powerful', in cui la fluidità scorre più che mai verso pezzi caratterizzati e caratterizzanti di un genere (già con "The Defeat"/"Tyrants") che tuttavia risente del mood americano e pecca di un non so che di già sentito, anche nei giri di chitarra e nelle linee vocali e riffs, in questi brani comunque si respira lo spirito del thrash primigenio che nonostante tenda a 'non evolversi' del tutto suona sempre irresistibilmente trascinante ed unico. Anche in "The Defeat" si ricalca la lezione dei maestri con un gran feeling ed una trascinante attenzione a porre la serie di note giuste al posto giusto ed al momento giusto, tutto è così disarmante e palese che quasi viene voglia di riascoltarsi tutta la propria discografia impolverata di vecchi vinili ormai riposti nel dimenticatoio, e forse è proprio questa la funzione principale di codesti progetti, mantenere vivo nel ricordo le gesta di un genere indimenticabile.
Comunque l'operato degli Ancient Dome non si limita a questo, ed i brani da "Human Key" in poi si impreziosiscono di aspetti nuovi, maggiormente riflessivi, l'aggressione si fa più suadente e cinica, i riff più taglienti e gli episodi in cui le chitarre quasi si sciolgono in un concept massiccio e compatto piuttosto maturo per essere una thrash band di relativa recente formazione (2000). Impressionante il filotto da "Human Key" a "Fall of the Dominion" soprattutto per la costante dualità tra suoni limpidi e graffiante mobilità, la staticità di un genere viene rivoltata con l'enorme corollario di influenze e l'apertura ad altri generi (power ed heavy metal) più melodici e intricati ritmicamente. Anche "Cold September" conferma la linea proposta e il mio parere convinto che questo non sarà un fuoco di paglia come in altri casi in Italia, la varietà si soluzioni, i rallentamenti, le moshing parts, i solos freddi e 'burrosi' al medesimo tempo danno una cartina tornasole piena di elementi importanti e distinguibili. Sentendo "Cold September" mi viene in mente un ibrido di svariate bands (Iron Maiden/Metallica/Metal Church/etc) ma la sensazione di brivido resta, il pezzo è bello, tremendamente bilanciato e non troppo sdolcinato quindi non importa se come è naturale risenta di certe 'assonanze', di fondo resta un ordine ed un raziocinio che mi lascia pensare che il gruppo potrà osare di più in futuro, e poi ritmo ed assoli sono già tecnicamente ineccepibili. Una nota meno positiva per un pezzo come "Lost Creature" dal songwriting troppo scontato, forse un pezzo di riempimento che a me ricorda troppo un certo thrash epico middle europeo che non ho mai apprezzato al max, ciò non faccia da deterrente perché i 4 si rifanno immediatamente con la cavalcata "Architect of Dreams" che seppure nuovamente ripetitiva da replica di qualcosa di antecedente piace e si lascia ascoltare senza intoppi, forse anche per la durata inferiore ai brani precedenti e per i solos molto ben fatti che sanno anche di metal nordeuropeo...
"Total Command" chiude il cd, una rasoiata implacabile, thrash imponente, é un esempio di come si possono fare bene dei pezzi con naturalezza ed espressività, il mood è sia old style che moderno, senza troppi clamori il pezzo che prediligo, privo di sovrapposizioni e forzature, un inno guerresco molto speed e quindi bello ferroso, ed é forse in questo ambito che forse dovrebbe muoversi maggiormente la band, di certo non avrebbe un grosso seguito commerciale ma di certo farebbe molte più vittime irreversibili tra i fan. Credo che la Punishment 18 Records abbia visto lungo con questo combo, le impressioni a caldo sono positive, la varietà di soluzioni del cd lo conferma, una produzione buona mette in luce l'eccellente musica dei bosini e le undici tracce denotano una certa compattezza e un personale approccio verso la rivisitazione del sound targato Bay Area, ma come dicevo prima non solo...
85/100
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Paolo "Paul" Porro: Chitarra, voce Alessandro "Ale" Fontana: Chitarra Matteo "Cuz" Cuzzolin: Basso Giorgio "Joe" Alberti: Batteria
Anno: 2009 Label: Punishment 18/Andromeda Genere: Thrash Metal
Tracklist: 01. Ancient Dome 02. State of Regression 03. The Defeat 04. Tyrants 05. Human Key 06. Aeons 07. Fall of the Dominion 08. Cold September 09. Lost Creature 10. Architect of Dreams 11. Total Command
Sul web: Ancient Dome Ancient Dome @MySpace
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